Gazzetta di Reggio

Reggio

Vinci: «Più polizia più sicurezza»

di Martina Riccò
Vinci: «Più polizia più sicurezza»

Il candidato sindaco della Lega Nord: solo con divise e manette si combattono i criminali

19 maggio 2014
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«Il primo punto su cui lavorare è quello della sicurezza - afferma Gianluca Vinci, candidato sindaco della Lega Nord - tutto il resto viene dopo».

E per aumentare la sicurezza in città, cosa occorre fare?

«Usare la polizia municipale in modo diverso da com’è usata ora: non solo per fare contravvenzioni, ma per portare sicurezza in tutte le zone di Reggio. La nostra proposta è mettere pattuglie fisse nei quartieri più pericolosi e nelle aree più degradate , penso per esempio a quello della stazione, in modo da stroncare sul nascere i problemi legati alla prostituzione in strada, ai bivacchi e alla microcriminalità. Solo con le divise e le manette si possono combattere i criminali».

Ma ci sono le risorse per stanziare pattuglie in ogni quartiere della città?

«Problemi di risorse non ce ne sono, perché le zone calde della città, quelle da tenere sotto controllo, sono una decina in tutto. Mi riferisco, per esempio, a via Turri, a via Eritrea, a piazzale Marconi, ai giardini e a corso Garibaldi, soprattutto di notte. Controlli andrebbero fatti regolarmente anche nel parcheggio dell’ospedale, per eliminare il fenomeno dell’accattonaggio. Il corpo della polizia municipale è formato, ad oggi, da 160 agenti: noi vogliamo portarli a 210, raggiungendo il massimo organico consentito per una città come Reggio».

Alcuni cittadini, residenti nei quartieri ormai multietnici della stazione, di Ospizio, della Rosta e di Masone, sono stanchi di dover convivere con extracomunitari che non rispettano le regole comuni. Cosa risponde loro?

«A Reggio di extracomunitari ce ne sono troppi, è inutile negarlo. Detto questo, per cercare di migliorare la convivenza multietnica occorre innanzitutto ristabilire la legalità. Inoltre noi proponiamo di riportare gli italiani nelle zone più degradate della città, destinando a loro le case popolari. La passata amministrazione ha creato dei ghetti, penso per esempio alle già citate via Turri e via Eritrea, e si è visto il risultato. Noi invece vogliamo usare Acer per ridistribuire la popolazione e cambiare la proporzione tra italiani e stranieri. Inoltre vogliamo disincentivare l’arrivo di extracomunitari nella nostra città, inserendo la residenza tra i criteri di precedenza per l’accesso ai servizi sociali. Dalla retta degli asili, ai fondi per chi non ha più un lavoro, ogni tipo di servizio erogato dal Comune dovrebbe venire concesso con più facilità alle persone che risiedono a Reggio da più di 10 anni».

A proposito di case: a chi si lamenta del mancato pagamento delle spese condominiali, cosa dice?

«Il problema è che molti condomini sono degli anni Settanta e hanno ancora impianti di riscaldamento centralizzati. Noi vogliamo arrivare a una separazione degli impianti di riscaldamento, perché non è giusto che chi paga regolarmente abbia dei disagi. È chiaro, però, che l’unico che può intervenire per separare gli impianti è il Comune».

Altro tema sollevato dai cittadini è quello della raccolta differenziata: come si potrebbe migliorare il porta a porta?

«Per noi l’attuale sistema di raccolta differenziata è fallimentare. Il porta a porta è costato due milioni di euro in più rispetto a un normale sistema di raccolti rifiuti e, come se non bastasse, ha generato scontento tra i cittadini. Il Comune non è nemmeno riuscito ad applicarlo su tutta la propria superficie perché sarebbe stato insostenibile dal punto di vista economico: farlo sarebbe costato sei milioni di euro. Noi proponiamo un nuovo sistema basato su cassonetti che si aprono solo con la lettura del codice a barre. Dotando ogni famiglia di sacchetti con il rispettivo codice, i rifiuti sarebbero sempre tracciati e tracciabili, e il Comune risparmierebbe due milioni».

Altro tema molto caro ai cittadini è quello della manutenzione stradale: come affronterebbe il problema se venisse eletto?

«Innanzi tutto noi crediamo si debbano riportare i cordoli a norma. Non è possibile che ci siano cordoli color cemento, cordoli di ferro, cordoli a punta: i cordoli devono essere zebrati, gialli e della misura definita dal codice stradale. Il problema più grande è comunque quello del materiale usato per la manutenzione di strade e marciapiedi. Dopo aver consultato tecnici ed esperti, possiamo affermare con sicurezza che a Reggio si deve cambiare tipologia di asfalto: ne occorre uno in grado di resistere al sale d’inverno e alle alte temperature estive. Non è possibile riasfaltare tutte le strade ogni anno e mezzo: i comuni limitrofi non hanno tutti i nostri problemi».

Per quanto riguarda la manutenzione delle aree verdi, invece, cosa si dovrebbe fare?

«Purtroppo sono anni che il Comune, quando ha urgente bisogno di trovare risorse, applica dei tagli al verde. Noi pensiamo si debbano incentivare le associazioni dei residenti che vogliono dare una mano al Comune. Inoltre pensiamo che si debbano usare le convenzioni con il tribunale per i lavori di pubblica utilità. Le persone che devono scontare una pena per reati minori di solito sono mandate in biblioteca o sono usate per lavori inutili: perché non sfruttarli per tagliare l’erba e potare gli alberi? Allo stesso modo si potrebbero sfruttare gli esodati e i cassaintegrati, magari dando loro piccoli rimborsi in cambio dei servizi svolti».

Ora che abbiamo scaldato i motori, parliamo di viabilità: come risolvere il problema dei passaggi a livello (per esempio quelli di Ospizio, via Adua, viale Regina Elena) che bloccano il traffico per ore?

«Per quanto riguarda via Emilia Ospizio non pensiamo si possa creare un sottopasso, e tantomeno un sovrappasso ferroviario, perché quel passaggio a livello è troppo vicino alla stazione e non si avrebbe la giusta altezza di terreno. Noi pensiamo, invece, che il sottopasso vada realizzato in via Papa Giovanni: costruendolo lì si potrebbe alleggerire il traffico sulla via Emilia e non ci sarebbero problemi né per quanto riguarda l’altezza del terreno né per quanto riguarda l’impatto sulle abitazioni e sulle attività limitrofe. Inoltre vogliamo riaprire viale Ramazzini: quella strada è stata chiusa una quindicina di anni fa, ma ora permetterebbe di accedere direttamente a piazzale Europa e di sbloccare il traffico su via Adua».

I problemi della viabilità, a Reggio, non riguardano però solo i passaggi a livello. I residenti di Pieve continuano ad aspettare la via Emilia bis, quelli di Rivalta si oppongono alla bretella, quelli di Canali vorrebbero togliere i dossi di via Tassoni…

«Noi siamo favorevoli alla realizzazione della via Emilia bis, ma a patto che venga terminata oltre Cella. Se così non fosse avremmo una frazione intasata da automobili e camion che escono dalla tangenziale. Per quanto riguarda Rivalta non siamo contrari alla realizzazione della bretella, ma al fatto che il Comune, ogni volta che costruisce una strada nuova, tenta di chiudere quelle vecchie. Inoltre abbiamo un altro paio di obiettivi: innanzi tutto la costruzione di un parcheggio scambiatore all’uscita dell’autostrada, poi la realizzazione di collegamenti tra via Tassoni e la tangenziale di Canali. Se si riuscissero a realizzare i collegamenti tra le due strade, i dossi di via Tassoni non servirebbero più e si potrebbero sostituire con autovelox.E vorremmo realizzare un sovrappasso in via Inghilterra».

Ma ci sono i soldi?

«Si tratta di progetti che possono venire a costare complessivamente 10, massimo 15 milioni di euro. Divisi sui 5 anni di mandato sarebbero due-tre milioni l’anno».

I cittadini chiedono di rivitalizzare i quartieri… in che modo un “dormitorio” potrebbe ricominciare a vivere?

«Per rivitalizzare le frazioni serva lavorare sulla sicurezza: una volta sicuri, i quartieri si rivitalizzano da soli. Oltre a questo vorremmo proporre anche a Reggio i mercati agricoli che ci sono in provincia, penso a Scandiano e a Guastalla. Di solito gli eventi che hanno al centro prodotti agricoli a chilometro zero hanno sempre successo. Ma sarebbe necessario che queste manifestazioni avessero cadenze mensili, in modo da coprire tutto l’anno».