Gazzetta di Reggio

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Quartieri: Vecchi, una cura da 10 milioni

di Martina Riccò
Quartieri: Vecchi, una cura da 10 milioni

Il candidato sindaco del Pd: "Questo l'investimento programmato per strade e manutenzione del verde"

20 maggio 2014
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«Ci sono problemi che vanno risolti - afferma Luca Vecchi, candidato sindaco del Pd - ed è per questo che metteremo in campo un investimento di dieci milioni di euro per la cura e la manutenzione del territorio. Ma quello che abbiamo in mente è realizzare un sistema di rete che metta al centro le persone e le esigenze di ogni quartiere. Le denunce dei problemi non portano molto lontano, una strategia basata sul capitale sociale e sul bisogno delle persone, invece, sì. Noi pensiamo che per migliorare la qualità della vita di un quartiere occorra innanzi tutto migliorare la qualità delle relazioni di chi, in quel quartiere, ci vive».

Di alcuni quartieri, però, è impossibile non elencare i problemi. Pensiamo, per esempio, a quello della stazione…

«Quello della stazione è senza dubbio un quartiere impegnativo. Innanzi tutto occorre affrontare il tema dei grandi condomini e della gestione delle spese condominiali. Dovremo iniziare un discorso serio con gli amministratori dei condomini, e soprattutto con Iren, per riallineare le tariffe del teleriscaldamento a quelle delle altre fonti energetiche e per abbattere i costi di gestione degli impianti. Acer, inoltre, comprerà ben 50 appartamenti in via Turri: questo consentirà di attuare politiche di mescolanze sociali per invertire il calo della qualità della residenza. Non solo. In cambio di sgravi fiscali e affitti concordati, inviteremo giovani e start up ad inziare la propria attività negli immobili e nei negozi del quartiere attualmente sfitti».

E invece per quanto riguarda la sicurezza?

«La sicurezza è una priorità assoluta, sia nei quartieri a rischio che in quelli più tranquilli. Non ci può essere una buona qualità della vita se non c'è sicurezza, ed per questo che investiremo molto su questo tema. L'amministrazione farà la sua parte attraverso la polizia municipale, per esempio creando squadre ad hoc per contrastare il degrado nei quartieri. Nelle zone di maggiore criticità saranno inoltre necessari un coordinamento di tutte le forze dell'ordine e anche un potenziamento dei sistemi di videosorveglianza. Ma non si può pensare di portare sicurezza militarizzando i quartieri: occorre lavorare con le associazioni culturali e sportive, con i comitati di volontariato, con i centri sociali, con le scuole per creare punti di aggregazione e soprattutto per costruire in rete progetti per la persona. La vera sicurezza c'è solo quando un quartiere è vivo».

Parecchi cittadini, infatti, non ne possono più di abitare in quartieri "dormitorio"…

«Proprio per questo porteremo iniziative culturali in tutti i quartieri, e non solo in centro storico, e continueremo a investire nel progetto della "scuola aperta". Sono oltre 40 le scuole comunali che, in questi ultimi anni, hanno iniziato a rimanere aperte anche al pomeriggio. In questo modo i bambini possono fare sport, corsi di teatro, attività di vario genere e, oltre al discorso puramente educativo, anche la comunità ne trae benefici. La scuola aperta diventa infatti presidio civico sul territorio, punto di relazione tra le persone, centro di aggregazione. Il Comune, per finanziare questo progetto, ha speso circa 10 milioni di euro, ma sono stati soldi ben spesi perché sono serviti per incrociare le energie già presenti sul territorio - genitori, volontari, società sportive, associazioni culturali - e creare una rete che ha arricchito la comunità».

Spesso, però, la convivenza è avvertita dai cittadini come qualcosa di complicato. Soprattutto quella con gli extracomunitari…

«L'immigrazione a Reggio non è un fenomeno nuovo, esiste da almeno 25 anni. Il Comune ha sempre investito molto sul dialogo, sulla convivenza, sul rispetto e io rifuggo l'idea che l'immigrato sia un problema per la città. Tanti stranieri sono arrivati qui per lavorare, hanno pagato le tasse e hanno contribuito al benessere pubblico. Sul nostro territorio abbiamo circa 30mila extracomunitari, di ben 130 nazionalità diverse: se la città non avesse reagito bene non ci sarebbero questi numeri».

Cambiamo discorso. Il sistema della raccolta differenziata può essere migliorato?

«Noi abbiamo intenzione di sviluppare ulteriormente la raccolta differenziata, portandola all'80%. E introdurremo la tariffa puntuale, in base alla quale più si differenzia e meno si paga. Al di là delle varie polemiche sul porta a porta ci tengo a ricordare che noi abbiamo portato Reggio a essere la città con la più alta raccolta differenziata d'Italia. Andremo avanti così e cercheremo di migliorare ancora».

Altro tema caro ai cittadini è quello della manutenzione stradale e delle aree verdi…

«A causa del blocco del patto di stabilità, quello della cura e della manutenzione sta diventando il primo problema di tutte le città. Ecco perché noi abbiamo deciso di stanziare almeno 10 milioni di euro, entro il bilancio del 2015, per la cura della città e il contrasto al degrado. Un sindaco, però, non può occuparsi solo della buca o della siepe, ma deve anche avere un'idea d'insieme, deve pensare a migliorare la qualità della sua città. Le scuole aperte, per esempio, hanno portato più benessere di una buca chiusa. Il bambino che può fare sport con i suoi coetanei in un luogo sicuro, o può fare teatro o tante altre attività, è più importante».

Ci sono però quartieri, per esempio quello della Rosta, dove le buche nella strada e gli avvallamenti dei marciapiedi sono anche un rischio per l'incolumità delle persone…

«Sono andato a parlare con i cittadini della Rosta e ho promesso loro che realizzeremo la zona 30, intesteremo il parco dietro piazza Neruda e interverremo per riportare decoro nel quartiere, per esempio costruendo un'isola ecologica adeguata e rimuovendo i cassonetti dalla piazza. Ma alla Rosta non ho trovato solo problemi e lamentele: ho trovato un comitato di cittadini impegnato e attivo, che mette al centro il bene della comunità e ha uno spirito costruttivo. Ecco perché ho deciso che dopo le elezioni, se vinceremo, creerò con loro un percorso partecipato che servirà da modello per le altre parti della città. Quello che c'è alla Rosta è un bellissimo esempio di civismo ma, fortunatamente, non è il solo: il Comune può già contare su oltre 700 persone che si prendono cura del verde urbano. Il volontariato è una ricchezza da non sottovalutare, ma anzi da valorizzare».

Parliamo di Rivalta: la bretella si farà?

«La bretella si farà perché, anche se non è una soluzione perfetta, è la migliore possibile e soprattutto perché, se non si facesse, obbligherebbe Rivalta a rimanere in queste condizioni per altri dieci anni. Ma dialogherò e ragionerò con i cittadini per migliorare il progetto, per esempio cambiandolo all'altezza dell'incrocio di via Bedeschi. Va ricordato, però, che in questi anni a Rivalta è stato fatto tanto: potenziamento del cimitero, ampliamento della palestra, restauro della reggia».

E per quanto riguarda la zona ovest della città?

"Il progetto della tangenziale nord sarà completato, questo è un obiettivo di legislatura. Chiaramente quest'opera non potrebbe essere realizzata dal Comune da solo, ma la Regione ha riconosciuto l'investimento come prioritario e la tangenziale sarà realizzata insieme a Regione ed Anas".

Tra pochi giorni spariranno le circoscrizioni. Come pensa di colmare questo vuoto?

«Nei primi mesi dopo le elezioni inizieremo un tour di assemblee pubbliche e riorganizzeremo il territorio su 15 ambiti territoriali. Ci appoggeremo ai soggetti già attivi e organizzati - come le scuole, le associazioni di volontariato, quelle culturali e sportive, i centri sociali, i comitati di cittadini - e con loro costruiremo una rete e condivideremo i progetti di investimento: in questo modo getteremo le basi della democrazia dei quartieri».