Gazzetta di Reggio

Reggio

Minaccia l’attentato, salvato dal suicidio

di Evaristo Sparvieri
Minaccia l’attentato, salvato dal suicidio

È l’autore della telefonata anonima prima del comizio reggiano di Renzi: ieri ha cercato di buttarsi sotto un treno

20 maggio 2014
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Ha cercato di farla finita, decidendo di buttarsi sotto un treno in corsa. Salvato da una telefonata, così come una chiamata telefonica lo aveva fatto risprofondare in un incubo. Era un gesto estremo quello che aveva in mente, Salvatore Talotti, l’ex operaio disoccupato denunciato dalla polizia per procurato allarme, dopo essere stato accusato di essere l’autore della telefonata anonima nella quale sabato pomeriggio veniva annunciato un attentato nei confronti del premier, Matteo Renzi, in occasione del comizio reggiano in piazza Prampolini.

«Stasera ci sarà un attentato a Renzi», avrebbe detto l’uomo dall’altra parta delle cornetta, identificato dalla Digos dopo aver individuato l’apparecchio da cui era partita la chiamata, una cabina in via Nobili, sotto l’occhio di alcune telecamere di video-sorveglianza. Ed è proprio attraverso la visione dei filmati delle telecamere che la Digos è risalita a Talotti, già noto per precedenti di polizia per procurato allarme, minaccia e atti persecutori, subito raggiunto nella sua casa dalla Digos dove avrebbe confessato il suo gesto. Tra i precedenti, la condanna in primo grado a 5 mesi e 10 giorni per stalking nei confronti dell’ex segretario provinciale Cgil, Mirto Bassoli. Era stato un periodo in carcere, dal quale in seguito era uscito su istanza del tribunale del riesame.

Circa una ventina di giorni fa, inoltre, era scaduto anche il divieto di avvicinamento nei confronti dell’ex segretario Cgil, per un processo in attesa ora del ricorso in corte d’appello. La denuncia per il procurato allarme di sabato non gli era stata ancora notificata. E, nonostante abbia ammesso di essere l’autore della telefonata, Talotti non ha voluto spiegare i motivi che lo hanno spinto a compiere quel gesto. Allo stesso modo, ieri pomeriggio, agli agenti della polizia che lo hanno salvato prima che si gettasse sotto un treno in corsa non ha voluto raccontare cosa lo stesse spingendo a farla finita. Intorno alle 14, quando già si trovava su un binario lungo la Mediopadana, l’uomo ha chiamato il suo avvocato, Pina Di Credico, mettendola al corrente della sua intenzione di uccidersi.

Subito il legale, con l’aiuto della praticante Giusi Russo, ha allertato la Questura, intrattenendo nel frattempo il suo cliente, disperato e sotto l’effetto di medicinali, al telefono. Una telefonata concitata, nella quale l’avvocato Di Credico, al quarto mese di gravidanza, ha accusato anche un lieve malore, facendo appello proprio al suo stato di gravidanza per cercare di convincere Talotti a non compiere gesti insani.

Durante la conversazione, l’avvocato è riuscita a capire da alcuni particolari che l’uomo si trovava a circa 200 metri di distanza dalla Mediopadana, in direzione nord, mentre in un primo momento si pensava si trovasse vicino alla stazione centrale.

Un’indicazione fondamentale per i poliziotti, che in un primo momento hanno interrotto la linea elettrica ferroviaria, facendo fermare un treno Av proprio mentre era ormai a pochi metri da Talotti, trovato in seguito seduto sui binari, di fronte al locomotore.

Talotti, che dopo trent’anni di lavoro come operaio ha perso il lavoro, trovandosi nella condizione di esodato, è stato quindi accompagnato fuori dalla stazione, trasportato in ambulanza al pronto soccorso del Santa Maria e in seguito ricoverato nel reparto diagnosi e cura.