Gazzetta di Reggio

Reggio

Operaio contro la ditta dopo un grave infortunio

di Tiziano Soresina

Novellara: l’uomo sarebbe stato costretto a dire di essere caduto in bicicletta La difesa nega e ha chiesto una perizia sui certificati medici: «E’ tutto inventato»

20 maggio 2014
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NOVELLARA. Fra due mesi si conoscerà l’esito della perizia medico legale richiesta dalla difesa e contemporaneamente giungerà – in tribunale a Reggio – la sentenza del giudice Stefano Catellani su una delicata vicenda relativa ad un discusso infortunio in un cantiere a San Giovanni della Fossa per un operaio straniero clandestino.

Un operaio marocchino – il 37enne Brahim El Kilani – s'infortunò seriamente mentre lavorava nel dicembre 2007 e per quella caduta dall'alto sono finiti sotto processo Leo Appio e Igor Molesini, rispettivamente vice presidente e coordinatore per l’esecuzione dei lavori da parte della Appio Costruzioni srl di Poviglio. Il lavoratore – assunto a quell'epoca part-time dalla ditta Appio Costruzioni – ha già fatto sentire la sua «voce» e si è costituito parte civile tramite il legale Franco Beretti. Come dipendente della ditta in subappalto stava lavorando a circa tre metri d'altezza quando cadde a terra. Ma a lasciare allibiti è quello che il nordafricano racconta su quanto sarebbe accaduto dopo l'infortunio sul lavoro. «Mi ero fatto male alla schiena – ha detto El Kilani – e dopo essere caduto ero stato portato dal datore di lavoro a casa di un collega. Lì mi avevano cambiato i vestiti e chiamato l'ambulanza per poi farmi ricoverare in ospedale a Guastalla. Ero stato costretto a dire – rimarca – che ero caduto in bicicletta, perché altrimenti il mio datore di lavoro avrebbe fermato le pratiche del decreto flussi per far venire mio fratello in Italia». Un retroscena denunciato dal marocchino all'Ispettorato del lavoro e su cui la Fillea Cgil aveva preso decisamente posizione, mettendosi al fianco dell'operaio.

Di diverso avviso gli imputati, che contestano la versione di El Kilani, arrivando a dire – a processo – che quell’incidente era inventato, da qui la richiesta di una perizia da parte del medico legale Robbi Manghi che dica se le certificazioni mediche agli atti siano o meno compatibili sulla dinamica dell’incidente (una caduta dall’alto di schiena, con diverse fratture e sei mesi di cure per guarire da quelle gravi lesioni a clavicola, sterno ed una vertebra). Sull'incidente hanno indagato i funzionari della Medicina del lavoro e l'Inail. La procura accusa di lesioni colpose i due responsabili della ditta povigliese che in quel cantiere stava costruendo sette anni fa un serbatoio per l'acqua potabile: un'opera commissionata da Enìa (ora Iren) alla cooperativa Orion e che, in subappalto, stava edificando l'Appio Costruzioni. Molesini ha già risarcito l’operaio.

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