Gazzetta di Reggio

FABBRICO. E se il pakistano residente a Correggio e morto al Santa Maria Nuova c’entrasse con l’omicidio del giovane trovato cadavere nel campo di via Cascina a Fabbrico?

Una domanda che in procura se la stanno facendo da ieri, come conferma il procuratore capo Giorgio Grandinetti: «Ci troviamo di fronte a due omicidi – spiega ai cronisti – e al momento collegamenti concreti non ve ne sono, ma le congetture non mancano, quindi bisogna continuare ad approfondire, scavando nella comunità pakistana».

Parole che arrivano con le prime certezze emerse dall’autopsia sul cadavere in avanzato stato di decomposizione trovato casualmente mercoledì scorso in via Cascina.

Il medico legale – attraverso un particolare esame del Dna che individua le sequenze geniche caratteristiche di un certo gruppo etnico – avrebbe confermato che il morto è effettivamente un pakistano (tra i 20 e i 30 anni, alto 1.70, moro), ucciso non meno di 2-3 mesi fa. E a Fabbrico risulta la scomparsa non recente di un pakistano, da qui la presa di contatto da parte dei carabinieri – coordinati dal pm Giacomo Forte – con i parenti di quest’uomo svanito nel nulla, per raccoglierne il Dna e confrontarlo con quello estratto dall’ancora misterioso cadavere. Se vi sarà coincidenza, ciò darà un’identità certo al giovane ammazzato. In caso contrario, le indagini dovranno abbracciare un’altra pista.

Ma perché i due morti ammazzati pakistani potrebbero essere collegati? L’ipotesi è che vi possa essere stata una resa dei conti all’interno della comunità pakistana che vive nella Bassa, notoriamente divisa in clan familiari spesso e volentieri in frizione (il caso più clamoroso fu l’omicidio nel 2008 di un connazionale a Villarotta come conseguenza di una faida iniziata in Pakistan e trascinatasi nel Reggiano). Il 28enne morto al Santa Maria venne davvero ferito in Pakistan e c’entrano “ragioni” reggiane? Il giovane pakistano trovato cadavere a Fabbrico quando e dove è stato ucciso? Domande ancora senza uno straccio di risposta.(t.s.)