Gazzetta di Reggio

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La Fondazione incassa 2,1 milioni in dividendi

di Massimo Sesena
La Fondazione incassa 2,1 milioni in dividendi

Tanto hanno fruttato quest’anno le azioni Unicredit ancora in portafoglio L’esercizio chiuso (dopo 2 anni bui) con un avanzo di quasi 8 milioni

21 maggio 2014
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La Fondazione Manodori rivede la luce: dopo anni tormentati - e due esercizi in rosso che avevano quasi messo a rischio le erogazioni - l’ente di Palazzo del Monte torna a mettere il segno più davanti ai propri conti, chiudendo il bilancio d’esercizio con un avanzo di quasi 8 milioni di euro.

L'ente - dice una nota - chiude l'esercizio con un avanzo di 7.900.354 euro, con un ritorno ad un segno positivo dopo un biennio in cui si era registrato un disavanzo legato all'andamento dei mercati finanziari investiti dalla crisi.

Il patrimonio della Fondazione ammonta oggi a 199.877.870 con un incremento di oltre 4 milioni di euro rispetto all'anno scorso.

A rendere possibile questo risultato, almeno due fattori: il dividendo distribuito da Unicredit e, soprattutto, l’avvio spedito di quel processo di diversificazione che tutta la città ha chiesto per anni. A lungo, chi - nelle gestioni passate - aveva fatto finta di nulla di fronte a queste sollecitazioni. Poi, in un tempo più recente, era stato il mercato - con il titolo Unicredit in caduta a rendere poco “igienica” una fuga dal titolo di Piazza Cordusio. Ma a quel punto, il dado era tratto - e sotto la gestione Borghi - si è deciso di attendere il momento buono. La vendita di 5 milioni di azioni Unicredit, portata avanti nel corso dell’esercizio 2013 ha così permesso di incrementare il patrimonio. La Fondazione ha investimenti anche nella Cassa Depositi e Prestiti e in numerose realtà locali, come ParCo, Studio Alfa, Reggio Emilia Innovazione, Crpa, Ifoa, Reggio Children. Nella relazione allegata al bilancio d’esercizio 2013 , si legge nella nota «si riconfermano gli investimenti in Iren, Enel e nel Banco Popolare».

E a rimpinguare il patrimonio è arrivato poi il dividendo: 0,10 euro per azione che moltiplicato per 21 milioni fa esattamente 2milioni e 100mila euro. Non tanto, se paragonato ai tempi di vacche grasse che avevano fatto dell’ente un autentico centro di potere quasi alternativo alle istituzioni locali. Ma tant’è: i tempi sono cambiati e - in questi mesi - l’ente è riuscito persino nell’impresa di cambiare il proprio statuto, modificando in senso decisamente più democratico l’istituto delle cooptazioni ovvero della scelta dei consiglieri. A questo proposito sono proprio queste - a cavallo di elezioni amministrative e altre scadenze di mandato - le settimane decisive. Entro il 5 giugno, infatti, Comune, Provincia e Camera di Commercio, ma anche gli altri enti, devono indicare i loro prescelti per il nuovo consiglio generale che si dovrà insediare tra agosto e settembre.

L’altro capitolo su cui i vertici dell’ente pongono l’accento è l’immediato futuro: se nel recente passato le erogazioni sono parse - a tratti - a rischio, ora questa eventualità sembra più lontana: «Sono state confermate - dice lanota - le erogazioni nei settori considerati prioritari, assicurando il sostegno a numerose realtà che operano nel welfare, nella scuola, nella sanità, nella cultura. Per garantire la continuità del supporto a favore del territorio, come previsto dal documento programmatico previsionale, è stato incrementato il fondo di stabilizzazione delle erogazioni che ora è di 15 milioni di euro».

massimosesena

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