La vittima abitava col fratello in una casa di via Amendola
CORREGGIO. Abitava in un appartamento all’ultimo piano di un palazzone di via Amendola 12 il pakistano di 28 anni morto il 13 maggio all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio, dove era ricoverato dal...
CORREGGIO. Abitava in un appartamento all’ultimo piano di un palazzone di via Amendola 12 il pakistano di 28 anni morto il 13 maggio all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio, dove era ricoverato dal 21 gennaio scorso. Ancora tutte da verificare le circostanze che hanno portato al ferimento, e al conseguente decesso, di Abbas Hussnain e il racconto del fratello il quale, insieme alla moglie, vive nello stesso palazzo. Sul campanello di via Amendola c’è ancora il nome del ragazzo ucciso e lì, ieri pomeriggio, abbiamo cercato di contattare il fratello della vittima, per farci raccontare da lui, in prima persona, cosa sia successo in Pakistan, cosa lo spinse a portare i fratello ferito in Italia e raccontarci la loro storia prima dell’incidente che ha provocato la morte di Hussnain.
Nell’appartamento all’ultimo piano del palazzo ci ha accolto la cognata di Hussnain, che gentilmente ci ha aperto la porta e ci ha fatto salire. Il marito, però, non era in casa e subito la donna ha chiarito che parlava pochissimo l’italiano e non poteva aiutarci più di tanto. Si è però offerta di chiamare il marito al cellulare, così che potessimo parlare direttamente con lui.
L’uomo, al telefono, ci ha confermato di essere il fratello di Hussnain ma ci ha spiegato che al momento non poteva intrattenersi al telefono perché si trovava a Reggio. Inutili anche i successivi tentativi di contattarlo e di avere la sua versione dei fatti. (s.p.)