Gazzetta di Reggio

Reggio

«Punto sull’economia per rilanciare la città»

di Evaristo Sparvieri
«Punto sull’economia per rilanciare la città»

Cinzia Rubertelli, candidata con Grande Reggio e Progetto Reggio «Proponiamo idee innovative favorendo il sistema pubblico-privato»

21 maggio 2014
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«Riteniamo che dal rilancio dell’economia derivi il mantenimento degli standard dei servizi, della sicurezza e dell’assistenza ai cittadini. Per questo la nostra priorità è il lavoro. E per questo reintrodurremo l’assessorato all’economia, istituendo un tavolo pubblico-privato». Il suo nome è stato il più inatteso: Cinzia Rubertelli, imprenditrice, è il candidato sindaco della coalizione composta da Grande Reggio e da Progetto Reggio, alla sua primissima esperienza politica.

«Credo che ogni cittadino che abbia la possibilità di dedicare il proprio tempo al bene comune della città non può che considerare positiva un’avventura come questa. Ho preso un impegno, che non è solo di campagna elettorale, ma andrà avanti a lungo. E abbiamo scelto il modello dell’ascolto della cittadinanza perché riteniamo che si sia creata troppa distanza tra i cittadini e l’amministrazione».

Rubertelli, prima esperienza in politica e subito in corsa per la carica di sindaco. Cosa ha in serbo per la città?

«Riteniamo che occorra dare subito una prospettiva di sviluppo all’economia cittadina, applicando idee innovative e favorendo il sistema pubblico-privato, come accade nelle più grandi realtà europee. È questo il fulcro fondamentale, segnando una discontinuità rispetto alle precedenti amministrazioni».

Discontinuità. Lei come la traduce?

«In passato ci sono state prospettive quantitative: la città è passata da 140mila a 170 mila abitanti e c’è stato uno sviluppo edilizio importante, con una conseguenza delle scelte urbanistiche nei costi di manutenzione. Elementi che hanno portato la città al collasso».

Fin qui la critica. Ma la proposta?

«Noi pensiamo che si debba puntare sullo sviluppo economico: un’amministrazione può fare molto per creare competitività sul mercato, attraverso la sburocratizzazione vera, nella quale le nuove tecnologie possono aiutare. Penso all’agenda digitale, alle start up, alla messa a punto di infrastrutture tecnologiche come la banda ultralarga. Ma poi bisogna agire anche sulla mobilità, per renderla più efficiente, sulla promozione turistica, il Welfare, lo sport, soprattutto con temi legati a formazione ed educazione».

Sembra un piano ambizioso. Ma come realizzarlo?

«Il primo atto sarà ripristinare l’assessorato all’Economia, o alle Attività produttive, che manca da quando si è dimesso l’assessore Grasselli, a riprova del fatto che la nostra visione è differente rispetto a quella avuta finora dall’amministrazione. La qualità della vita, per noi, è il vero punto focale. Ogni persona ha diritto alla migliore qualità della vita possibile. Nel fare il nostro programma siamo partiti dal presupposto che le nuove generazione per la prima volta stanno peggio delle precedenti. Per questo motivo vogliamo un’amministrazione in costante controllo della qualità della vita della nostra città, cercando di prevenire e di risanare il degrado, facendo una programmazione di cura e di pulizia e della città, potenziando il verde, l’arredo urbano, i marciapiedi. E riutilizzando spazi abbandonati, perché crediamo che questo sia l’unico modo per arginare la microcriminalità presente in centro e periferia, anche attraverso una manutenzione ordinaria dei luoghi pubblici che non è stata fatta, visto che l’attuale amministrazione ha agito solo attraverso manutenzioni straordinarie che pesano di più sui cittadini».

Oltre che ambizioso, sembra anche un dispendioso. Ma dove troverà le risorse?

«Le entrate del Comune sono 141milioni di euro a bilancio ogni anno. Occorre ridistribuirle secondo logiche di priorità. Oggi abbiamo un peso dell’amministrazione di circa 25milioni di euro. Occorre entrare nelle pieghe di questi costi, eliminando gli sprechi e soprattutto andando a riorganizzare secondo un’ottica di efficienza. Vogliamo anche vendere le azioni Iren fuori dal Patto di sindacato: ci permetterebbe di far entrare milioni di euro nelle casse comunali. Dipende, ripeto, dalla priorità. La coperta sarà quella che è ma attraverso l’efficienza si possono trovare risorse fondamentali per il futuro della nostra città».

E quali sono secondo voi le priorità?

«È sufficiente vivere in questa città per avere la percezione, ad esempio, che in questo momento ci sia più attenzione alle multe nei parcheggi piuttosto che al rispetto delle regole della legalità per arginare fenomeni di microcriminalità. E noi vogliamo presidi nella varie zone della città al fine di arginare fenomeni oggi diffusi. L’insicurezza è arrivata a tal punto da colpire anche la pace dei cimiteri e degli ospedali. Noi intendiamo dare alla municipale delle linee guida molte chiare».

Parla come una politica esperta. Sarà mica l’influenza di Progetto Reggio? Non tutti li considerano civici…

«Non ci vogliono ideologie per fare discorsi di questo tipo. Io credo che la nostra alleanza è fatta di persone e tutti abbiamo un vissuto. La scelta di entrare nel nostro progetto è stata libera da vincoli. È questo il comune denominatore. Siamo persone che proveniamo da diverse ideologie e da diverse esperienze che hanno scelto di prendere le distanze per scendere in campo come persone. Siamo trasversali e molti aperti e accogliamo tutti i delusi dalle ideologie in cui hanno creduto, senza vincoli di segreterie di partito bolognesi o romane. Crediamo che una città come Reggio debba essere in mano a persone libere, che non hanno impegni di nessun tipo rispetto ai partiti, ma rispondono solo ai cittadini, che sono la sola vera casta in cui crediamo».