Gli sparano in Pakistan ma muore a Reggio: è giallo
Correggio: si indaga sui legami che potrebbero esserci fra un 28enne morto in ospedale e il cadavere scoperto a Fabbrico
CORREGGIO (Reggio Emilia)
Sono diventate due le persone morte in modo misterioso nella Bassa: dopo il ritrovamento –una settimana fa – in via Cascina (a Fabbrico) di un cadavere ricoperto da sassi che molto probabilmente è di un pakistano scomparso dal paese, ora è la volta di un altro pakistano (l’operaio 28enne Hussnain Abbas) residente a Correggio che è deceduto all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio per le conseguenze riportate in un atto violento che il fratello individua in Pakistan ma su cui sono in corso non pochi accertamenti.
Per tutta una serie di motivi – si tratta di due pakistani, Fabbrico e Correggio sono due paesi vicini, morte e agguato potrebbero coincidere come tempi – la procura intende approfondire questi due episodi violenti, per capire se quelli che appaiono come due omicidi possano avere dei collegamenti. Sulla morte di Abbas stanno indagando i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani. Al momento le certezze sono poche. L’operaio, accompagnato dal fratello, è giunto al Santa Maria Nuova il 21 gennaio: è in condizioni critiche, per le conseguenze di ferite non fresche. Il fratello fornisce ai sanitari documentazione medica dell’Azerbaijan: Abbas è stato curato nel Paese asiatico che si trova sul tracciato Pakistan-Iran, prima di giungere in Italia. Al 28enne viene amputata una gamba, ma le sue condizioni nei successivi quattro mesi non migliorano e poco prima di mezzanotte del 13 maggio muore in un letto del reparto di medicina. Alla procura la notizia di questo decesso per le conseguenze di un atto violento arriva dall’ospedale di Reggio tramite il posto di polizia. Ma qui cominciano le incongruenze. Al Santa Maria Nuova risulta che Abbas sia stato vittima di un attentato (una bomba?) in Pakistan, mentre il fratello ha ora raccontato agli inquirenti un’altra storia. Nell’ottobre scorso il 28enne (che viveva a Correggio con il fratello in una casa di via Amendola) sarebbe tornato in Pakistan per sposarsi, ma al culmine di un banale litigio avrebbero cercato di ucciderlo a colpi di kalashnikov (fucile d’assalto diffuso in loco fra i guerriglieri). Una sventagliata che avrebbe ferito gravemente l’operaio, a tal punto che il fratello – per salvargli la vita – riesce con alcune tappe a riportarlo in aereo in Italia, sbarcando in gennaio a Milano.
Oggi nell’istituto di medicina legale di Modena verrà effettuata l’autopsia, mentre da ieri è aperto un fascicolo contro ignoti, con l’omicidio volontario aggravato dall’uso di un’arma come ipotesi di reato. Il sospetto è che Abbas possa aver pagato col sangue un “qualcosa” accaduto nella Bassa reggiana, non nuova a lotte fra clan pakistani.