Gazzetta di Reggio

Reggio

«Aprirò una nuova fase per il futuro della città»

di Evaristo Sparvieri
«Aprirò una nuova fase per il futuro della città»

Il candidato del centrosinistra, Luca Vecchi, punta tutto sul lavoro «Il mio sogno: un parco della musica al Campovolo per far tornare gli U2»

23 maggio 2014
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«L’amministrazione ha portato a compimento progetti importantissimi come il Tecnopo, l’Irccs all’ospedale Santa Maria, la stazione Mediopadana. Chi per convenienza tace questi risultati, anzi a volte li denigra, non sa da che parte si cominci per progettare il futuro della città». È nella posizione più scomoda. Condannato a vincere, bersaglio principale dei suoi sfidanti per tutto il periodo di una lunga e difficile campagna elettorale, culminata con la lettera anonima dai contenuti diffamanti nei confronti suoi e della sua famiglia. Ma per Luca Vecchi, candidato Pd, «valorizzare la città non significa soltanto lavorare sulle manutenzioni o inaugurare nuove strutture: è arrivato il momento di aprire una fase nuova, di cambiamento, senza nasconderci i problemi che ci sono. È questo il compito che ci spetta. Possiamo uscire dalla crisi solo se sapremo innovarci. La velocità della globalizzazione ci impone di fare una cosa nella quale i reggiani sono sempre stati all’avanguardia: sperimentare soluzioni nuove».

Vecchi, una campagna elettorale in cui è finito spesso nel mirino...

«È stata una campagna elettorale ricca di emozioni personali: tra primarie ed elezioni ho incontrato più di quindicimila persone nei quartieri e nelle frazioni, camminando nelle nostre strade e nelle piazze, generando proposte, idee e azioni che riguardano la città. Voci e storie che mi hanno arricchito, convincendomi ancora di più che i reggiani sono davvero speciali: chiedono risposte puntuali, competenti, non si accontentano della propaganda spicciola. Hanno talento e passione, non si fidano di chi “urla contro”, vogliono sapere che ne sarà del loro futuro, di quello dei loro figli».

Non sono tuttavia mancati momenti di tensione, come la discussa lettera anonima...

«I reggiani hanno capito che c’è molta differenza tra chi insulta e basta, e vuole sfasciare tutto, e chi invece prova a costruire per la città. Me l’hanno dimostrato anche quando sono andato dalle autorità per denunciare l’invio della lettera intimidatoria. La politica si fa mettendoci la faccia, non diffamando di nascosto dietro a uno scritto come quello. La solidarietà che le persone hanno riservato a me e alla mia famiglia è stata un segnale altissimo di civiltà».

E adesso? Cosa propone per i reggiani?

«La priorità è il lavoro. C’è la necessità di produrre uno choc che porti a generare nuova occupazione e risorse, mettendo assieme ente pubblico, mondo imprenditoriale, associativo, sindacale: bisogna partire anche dalle tante proposte giuste che i mondi dell'impresa e del lavoro hanno già fatto in campagna elettorale. C'è molto da fare, per questo chiamerò subito i referenti di queste realtà al confronto».

Il problema, però, sembra sempre uno solo: scarseggiano le risorse.

«Chiederemo anche al mondo bancario di essere presente, perché non si sentano esentati da un simile impegno: i reggiani in questi anni hanno riposto molta fiducia negli istituti di credito conferendo loro i propri risparmi, è giusto che alla fiducia si risponda con la fiducia. I giovani fanno troppa fatica ad avere un finanziamento, anche quando è per avviare una start up promettente, comperare casa, costruirsi un progetto di vita. I proprietari degli immobili, inoltre, possono dare un grande contributo, se vogliono. Perché tenere tutti questi negozi sfitti, in centro storico? Non sarebbe meglio trovare, ad esempio, forme di canone agevolato anche per artigiani e commercianti, e rimettere in circolo iniziative nuove nei locali ed idee di cui si avvantaggerebbe la città tutta? Io ci credo e mi ci impegnerò, confido che tutti gli altri soggetti accettino la sfida».

Sarà sufficiente?

«Dobbiamo lavorare anche per sburocratizzare il più possibile: le imprese devo essere messe in condizione di lavorare con meno difficoltà, serve una riorganizzazione generale che faccia percepire ai cittadini che in Comune si sta cambiando marcia. Si tratta di un processo che dovrà portare a risultati apprezzabili per la cittadinanza. È necessario investire sulla formazione del personale del Comune, che è una risorsa».

Molti dei suoi avversari hanno puntato il dito sulla municipale, chiedendo di ripensarne il ruolo.

«Anche rispetto alle idee sulle squadre antidegrado nei quartieri più delicati la polizia municipale rappresenta una risorsa. E poi, sul fronte della sicurezza, sulla legalità e sul contrasto alla mafia saremo inflessibili».

Quindi? Anche lei come i suoi oppositori punta tutto sulla sicurezza?

«Ci sono vari progetti e per vari settori, ma rilancio una suggestione che deve diventare concreta e che riguarda la cultura: Reggio deve qualificarsi come crocevia per i grandi concerti. Abbiamo ospitato gli U2, Ligabue, il concerto per l’Emilia. In questo ambito non siamo secondi a nessuno, quell'area si presta ad una funzione nuova che può far decollare turismo e socialità. Serve una grande Arena per la musica al Campovolo, e i soggetti privati che hanno le competenze per farsi avanti ci sono, più d'uno. Il Comune è pronto ad ascoltarli tutti, e ad andare avanti».

Ma dove troverà i fondi per i suoi progetti?

«Ci sono 10 milioni di euro per investimenti su manutenzione stradale e cura delle aree verdi pronti ad essere bloccati dal patto di stabilità. Ma non basta: facciamo partire subito il progetto per la realizzazione dell'Agenzia Europea in grado di attrarre fondi da Bruxelles. Poi se il Governo come dichiarato in questi giorni, allenta il patto di stabilità sull’edilizia scolastica, siamo nella condizione per investire subito in manutenzioni per le scuole dei nostri bambini e bambine».