Il cacciatore ferito: «Vivo per miracolo»
Il proiettile che ha colpito il 58enne Fiorello Filippi non ha colpito organi interni e l’uomo è considerato fuori pericolo
CARPINETI (REGGIO EMILIA)
«Sono un miracolato». Ha passato ore parecchio sgradevoli Fiorello Filippi, il cacciatore colpito mercoledì sera da una pallottola di un “collega”, come lui impegnato nella caccia alla volpe nella zona fra il Cigarello e la Carezza. Filippi è ricoverato all’ospedale di Reggio, dove è stato sottoposto a una serie di accertamenti che hanno escluso rischi per la vita. Le sue condizioni rimangono monitorate con attenzione anche se la prognosi è stata sciolta: se la caverà in 15 giorni.
Originario di Guastalla, 58 anni, esperto agrario, vive a Pantano di Carpineti con la moglie. È la seconda volta in pochi mesi che, suo malgrado, si trova al centro dell’attenzione. Nel 2013 ha intentato una causa contro le Fiere di Reggio, dopo essere stato licenziato assieme ad altri tre dipendenti in un piano di ristrutturazione dell’ente. Una vicenda che ha generato numerosi strascichi politici e legali, ancora da concludersi.
Filippi è anche un appassionato di caccia alla volpe e la sua passione questa volta avrebbe potuto costargli la vita: «Mi hanno detto che sono un miracolato. La pallottola per fortuna non ha toccato gli organi interni dopo avermi colpito, ma avrebbe potuto fare danni molto seri», racconta dal letto dove è ricoverato a Reggio. E’ in attesa di nuovi esami quando parliamo con lui: «Devono sottopormi a una Tac per capire se qualche scheggia del proiettile non sia rimasta nel mio corpo, e soprattutto che non abbia intaccato il rene, ma per il resto non dovrebbero esserci altri problemi gravi, devo aspettare per riprendermi», spiega.
A ferirlo, un incidente fra due cacciatori esperti. «Ci conosciamo, ma nessuno dei due sapeva dell’altro, altrimenti avremmo ovviamente evitato di girare nella stessa zona», riflette Filippi. «Probabilmente avrà visto dei movimenti e avrà pensato a una volpe, non so bene cosa sia successo in quei momenti. Ciò che conta, per fortuna, è che la pallottola alla fine non ha fatto danni gravi quando è entrata nel mio corpo».
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