Gazzetta di Reggio

Reggio

Vaccari: «Più agenti in strada»

di Martina Riccò
Vaccari: «Più agenti in strada»

Nel programma del M5S controlli nelle case per contrastare prostituzione e clandestini

23 maggio 2014
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«Tra i 18 punti del nostro programma sintetico ce n’è uno che si intitola “Una nuova vita per i quartieri e le frazioni”: basta questo per far capire quanto sia importante, per noi migliorare la vita dei cittadini nei luoghi in cui vivono e fare in modo che il Comune torni a essere comunità». È con queste parole che Norberto Vaccari, candidato sindaco del M5S, inizia a rispondere alle sollecitazioni dei reggiani.

Le elezioni sono ormai alle porte. Se sarà eletto sindaco cosa farà per risolvere i problemi, diffusi soprattutto nella zona della stazione, legati a prostituzione, microcriminalità e bivacco?

«Intanto occorre dire che questi fenomeni, evidenti nel quartiere della stazione, si verificano anche in altre parti della città. Ed ecco perché noi del M5S pensiamo di dover potenziare la municipale ma, soprattutto, di adottare nuovi sistemi per farla funzionare meglio. È necessario un maggior coordinamento tra le forze dell’ordine: solo attraverso la collaborazione si potranno ridurre, anzi eliminare, questi problemi che creano disagio a chi si comporta correttamente. Chi rispetta le regole deve essere rispettato, a prescindere dalla sua origine geografica; chi non le rispetta, deve pagare. Per quanto riguarda la lotta alla prostituzione, si devono controllare i proprietari degli appartamenti, dato che spesso per evitare di ristrutturare gli immobili preferiscono affittarli in nero a posti letto, e le attività commerciali, per esempio i centri massaggi, che possono essere usate come protezione di facciata. Capitolo a parte è quello del bullismo e del vandalismo: il lavoro principale va svolto nelle scuole, con progetti di educazione civica. Ma è chiaro che anche i bulli devono essere puniti».

Ci sono le risorse per potenziare la municipale ed eseguire questi controlli?

«I soldi si trovano, tutto dipende dalle priorità. Noi pensiamo che le risorse si possano tranquillamente dirottare verso la sicurezza. Intanto la municipale è sotto organico: abbiamo meno di 200 agenti, quando dovremmo averne 210. Poi viene utilizzata in modo sbagliato: la maggior parte degli agenti è impegnata in ufficio, mentre una piccola parte lavora all’esterno. Potenziare la municipale significa avere più personale sul territorio».

Pensa che con più controlli si potrebbe cambiare la percezione di insicurezza?

«La sensazione di non essere al sicuro è figlia di un periodo in cui la città è stata abbandonata. Il Comune non ha mai nemmeno controllato in maniera adeguata l’immigrazione. I regolari ben vengano, ma se sono irregolari no. Il problema è che Reggio, in questi ultimi 20 anni, è cresciuta di quasi 50mila persone e ha modificato la sua struttura economico-sociale. Ma a causa della crisi, la maggior parte di queste persone si trova ora senza lavoro e qualcuno si è ricavato spazi tutt'altro che legittimi. Inoltre, mentre gli immigrati regolari si sono integrati, quelli irregolari occupano spesso gli spazi pubblici, bivaccando e spaventando i cittadini».

Come si può risolvere questa situazione?

«In genere gli immigrati irregolari hanno una bassa scolarizzazione ed è probabile che, una volta arrivati a Reggio, siano stati impiegati in lavori despecializzati, per esempio nel settore dell'edilizia. Ma anche in quel settore le cose stanno cambiando e ora c’è richiesta di personale più specializzato. Inoltre ritengo che, in questi anni, il Comune sia stato troppo permissivo e abbia concesso servizi facilmente: una rivisitazione dei parametri potrebbe essere un ottimo strumento per ripristinare la legalità. Non è giusto che chi non è regolare usufruisca di servizi pagati da chi è regolare».

Cambiamo argomento. Molti cittadini sono stanchi del porta a porta, voi avete proposte per la differenziata?

«Quello della raccolta differenziata è uno dei punti fondamentali del nostro programma fin dal 2009: il nostro obiettivo è da sempre arrivare ai rifiuti zero. Ma a Reggio la differenziata viene fatta con tempi lunghi, prescrizioni rigide e sembra sia pensata per disaffezionare i cittadini. A monte c’è un problema serio: chi fa la raccolta e chi smaltisce i rifiuti è lo stesso soggetto. E questo genera un conflitto di interessi, perché Iren deve fare in modo che la raccolta funzioni, ma allo stesso tempo deve avere rifiuti da bruciare negli inceneritori. Noi vogliamo una scissione dei due ruoli: la raccolta va affidata a società che abbiano interesse a raccogliere rifiuti differenziati puliti. Una differenziata di questo tipo permetterebbe anche di abbassare il peso della bolletta. Con la differenziata spinta si paga in base ai rifiuti indifferenziati prodotti: meno se ne produce e meno si paga».

Ogni quartiere ha almeno una strada dissestata e un marciapiede sconnesso. Cosa farebbe da sindaco?

«Bisogna iniziare a usare un asfalto di qualità più alta, ed è necessario cominciare a verificare come vengono effettuati i lavori. Ma il problema si risolverà solo se affrontato alla radice: non possiamo continuare a costruire strade e poi lamentarci se i costi di manutenzione aumentano. Noi siamo contrari alla realizzazione di nuove strade, soprattutto di tangenziali: non ha senso spendere tanto per l’asfalto e magari tagliare i servizi sociali. Tanto più che queste nuove strade hanno un impatto distruttivo. Il compito dell’amministrazione è curare e rendere più vivibili gli spazi pubblici all'interno dei quartieri. Per farlo si potrebbero attivare collaborazioni con comitati e associazioni, ma è il Comune a dover fare il primo passo, mettendo a disposizione risorse e ripristinando il decoro. Dopo che il grosso dei lavori sarà terminato, verrà il momento di coinvolgere i cittadini nella gestione del bene comune, in modo che si possa prevenire un ulteriore degrado. Questo ragionamento vale sia per le piazze che per parchi e aree verdi».

Se siete contrari alla nuove strade, cosa pensate della bretella di Rivalta?

«Siamo contrari anche perché, così com'è stata pensata, è un'oscenità: non risolverebbe alcun problema del quartiere e avrebbe un impatto ambientale notevole, dato che taglierebbe in due il bosco di Sgrò. Se proprio si vuol costruire una nuova strada, si eviti almeno di farla in mezzo a un bosco, perché gli alberi servono ad altro. Noi non abbiamo una soluzione per risolvere i problemi dei cittadini di Rivalta, ma vorremmo discutere con loro per arrivare a una decisione condivisa».

Cosa mi dice, invece, della via Emilia bis?

«Il caso della via Emilia bis è diverso: il Comune ha già speso molti soldi per il progetto, l'ha consegnato ad Anas e si sta attivando per cercare le risorse. Noi siamo d'accordo fino a via Prati Vecchi, ma con qualche modifica: per ridurre l'impatto ambientale vorremmo che fosse costruita più vicina alla ferrovia».

Ma se non si costruiscono nuove strade, come migliorare la viabilità?

«Puntiamo alla riduzione del traffico privato e all’aumento del trasporto pubblico: se meno persone usassero la propria automobile per spostarsi, le strade che già abbiamo sarebbero sufficienti. È chiaro che, per fare questo, il trasporto pubblico va completamente ridisegnato: il sistema è rimasto fermo agli anni ‘80 e non riesce più a soddisfare le esigenze della città. Noi vorremmo aumentare il numero dei parcheggi scambiatori, potenziando anche il servizio navetta dei minibus, il numero delle corse degli autobus, soprattutto nelle ore serali, e poi vorremmo migliorare le piste ciclabili. Se è vero che Reggio ha una buona rete di piste ciclopedonali, è pur vero che in tanti punti queste vanno a finire nel vuoto o non sono segnalate adeguatamente. Spesso, tra l’altro, le piste ciclabili vengono usate come parcheggio dagli automobilisti. Tutto questo deve finire».

I cittadini chiedono di rivitalizzare i quartieri, come accontentarli?

«Attraverso l’organizzazione di feste di strada e di piazza, per esempio. Ma anche con la riapertura dei piccoli negozi e delle attività commerciali di prossimità. Noi siamo assolutamente contrari alla realizzazione di qualsiasi nuovo centro commerciale, pensiamo invece che si dovrebbero agevolare, anche dal punto di vista fiscale, le vecchie professioni. Tutto questo servirebbe per far uscire la gente di casa e per far tornare a vivere i quartieri».