Gazzetta di Reggio

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Diffonde in rete le foto osé di una 13enne, denunciato il fidanzatino

Diffonde in rete le foto osé di una 13enne, denunciato il fidanzatino

La ragazzina per la vergogna non voleva più andare a scuola. La madre ha chiesto aiuto alla polizia e la Squadra mobile ha scoperto il colpevole

24 maggio 2014
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REGGIO EMILIA

La richiesta di aiuto alla polizia è arrivata da una mamma. Preoccupata per aver scoperto che la figlia, 13 anni, non voleva più andare a scuola per colpa di alcune sue foto in pose intime diffuse tra i compagni e anche oltre. Al lavoro si sono messi subito gli uomini della Squadra mobile Sezione antipedofilia.

Gli investigatori della Seconda Sezione, incontrando la minore, avevano modo di raccoglierne il disperato sfogo e la sua richiesta di aiuto: quella di una ragazzina, appena adolescente, che confidava loro di essere finita in una vera e propria “trappola” tesa con l’inganno dall’ex fidanzatino, di qualche anno più grande. Infatti come “pegno d’amore” la minore aveva accettato la sua richiesta di inviargli tramite “Whats App” alcune sue foto intime. Ma il ragazzo appena ricevute le aveva inviate ad alcuni amici.

Le indagini sono durate alcuni mesi, ma hanno permesso di sequestrare il materiale pedo-pornografico e di bloccarne la diffusione posto che nel frattempo le foto si erano sparse in modo incontrollato tra gli studenti non solo della provincia reggiana, ma anche in scuole superiori del nord e centro Italia. I protagonisti di questa storia sono tutti minorenni, perciò sono stati sentiti dagli investigatori sempre in modalità protetta, con l’aiuto di operatori specializzati e psicologi. Le particolari metodologie investigative adottate, hanno permesso un brillante reinserimento della minore nello stesso ambiente scolastico nel quale si era prodotto l’evento.

Al termine delle indagini è stato denuncia alla Procura della Repubblica per i Minorenni di Bologna il ragazzino che per primo aveva diffuso le foto.

L'EMERGENZA. Dalla questura precisano che le indagini svolte rientrano più in generale nell’ambito dell’attività di contrasto svolta dalla Squadra Mobile ai reati sessuali perpetrati in danno di minori, mediante un sistema di monitoraggio a “rete”, effettuato con l’ausilio degli insegnanti nelle scuole, delle strutture assistenziali del comune e specialisti Ausl. L’età delle vittime di pedofilia è sempre più basso ( tra i 10 e 12 anni, dato statistico su scala nazionale). Nove i casi sui quali la Squadra mobile durante il 1013, solo 2 nell’anno 2012 con un aumento del di oltre il 300%. In netto aumento anche le indagini che riguardano il possesso di materiale pedo-pornografico, soprattutto ai danni di minori di anni 16 ; nel 2013 sono stati svolti accertamenti su 6 casi segnalati.