Gazzetta di Reggio

Reggio

la testimonianza della figlia

«Mia madre è uscita a cercarlo e lo ha trovato steso a terra»

«Era uscito per andare a un incontro di preghiera in via Kennedy. Quando non lo abbiamo visto rientrare e lui continuava a tardare, mia madre si è preoccupata ed è andata a cercarlo. E’ arrivata al...

24 maggio 2014
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«Era uscito per andare a un incontro di preghiera in via Kennedy. Quando non lo abbiamo visto rientrare e lui continuava a tardare, mia madre si è preoccupata ed è andata a cercarlo. E’ arrivata al centro, ma era già chiuso. Poi, si è trovata davanti all’incidente. Mio padre in quel momento era già in ambulanza...».

Amina è la figlia maggiore di Kotel Naceur. Ha 22 anni, è nata in Italia e studia Lingue all’università. Ha la voce che le si spezza dal dolore mentre racconta. Mentre prova a spiegare quello che è successo nelle ultime ore a lei e alla usa famiglia, sorpresi da una tragedia che era impossibile anche solo immaginare.

Nella casa di Pieve dove lei, la madre e il fratello di 17 anni vivono si sono radunati amici e conoscenti. Un cordone di affetto e vicinanza che cresce con il passare delle ore, mano a mano che la notizia della tragedia si diffonde.

Tutti accorrono nell’appartamento per esprimere il proprio dolore per l’improvvisa perdita di Kotel Naceur, per cercare di portare conforto per quanto possibile a una famiglia rimasta improvvisamente sola.

Kotel Naceur era arrivato in Italia molti anni fa.

Come tanti connazionali, era partito dalla Tunisia per cercare un lavoro e fortuna in una Paese straniero, portando con sé un bagaglio di sogni e speranze. Dopo trent’anni, l’Italia e Reggio ormai erano la sua casa. E’ qui che aveva deciso di costruirsi una famiglia, che sono nati i suoi figli, che aveva realizzato la sua vita.

Per anni aveva lavorato come operaio metalmeccanico. Attualmente, però, era rimasto senza un’occupazione.

«Ancora non sappiamo quello che è successo, come è la dinamica dell’incidente – spiega la figlia – Sappiamo solo che lo stavamo aspettando a casa». Ma a casa, purtroppo, Kotel Naceur non è più tornato.

Ora, la famiglia pensa al funerale.

Il desiderio della moglie, dei due figli e degli altri parenti è quello di riportare in Tunisia la salma del 55enne. «Ma sappiamo che purtroppo la burocrazia ci metterà un po’ di tempo» confida la giovane. ©RIPRODUZIONE RISERVATA