Gazzetta di Reggio

Reggio

Mette in rete le foto osé della fidanzatina

di Elisa Pederzoli
Mette in rete le foto osé della fidanzatina

La 13enne per la vergogna non voleva più andare a scuola, il 15enne è stato denunciato alla procura per i minori

25 maggio 2014
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REGGIO EMILIA

Ha approfittato della fiducia della fidanzatina per farsi mandare da lei foto e filmati che la ritraevano in condizioni di forte intimità, provocanti e allusive. Ma invece di custodire con gelosia quello che doveva essere un segreto, lo ha buttato in pasto ad amici e compagni di scuola via Whats App – l’applicazione di messaggistica in uso sugli smart phone – e pubblicato sulle pagine del più noto dei social network, Facebook. Condannando quelle immagini, e la reputazione della ragazzina, a una diffusione nemmeno più controllabile: nel giro di pochissimo sono andate ben oltre i confini della città.

Dopo le indagini della Squadra mobile, il ragazzino è stato denunciato alla procura presso il tribunale per i minorenni di Bologna. Mentre i coetanei, che a loro volta hanno diffuso e pubblicato quel materiale su internet, sono stati segnalati.

LA RICHIESTA DI AIUTO. E’ una storia di estrema attualità quella registrata nella nostra città, che coinvolge in prima persona una ragazzina di appena 13 anni, quello che per qualche tempo è stato il suo fidanzatino di 15 e la loro comunità di compagni di scuola, conoscenti e coetanei. Che, una volta in più, dimostra come la combinazione tra adolescenti e nuovi mezzi di comunicazione può essere pericolosa, se non adeguatamente governata.

A far venire a galla una situazione di grande disagio e vergogna, è stata la mamma della 13enne.Quando la figlia ha iniziato a rifiutarsi di andare a scuola, ha indagato. Scoprendo che la ragione di tutto era in quelle foto e in quei filmati che da qualche tempo stavano circolando in rete e che la vedevano protagonista.

La donna, allora, ha deciso di rivolgersi alla polizia, dopo aver letto sui giornali dell’esistenza nella Squadra mobile di una sezione dedicata specificamente a tematiche di questo tipo.

LE INDAGINI. Gli uomini della Mobile, coordinati dal dirigente Domenico De Iesu si sono subito messi al lavoro. Hanno incontrato la ragazzina, raccogliendo la dolorosa confidenza: quella di aver acconsentito alle foto e ai filmati, perché il fidanzatino, con uno squallido ricatto, le aveva detto che altrimenti l’avrebbe lasciata. Il 15enne, nonostante avesse ottenuto quella sorta di pegno d’amore, aveva comunque rotto con la 13enne. Approfittando di lei al punto da diffondere su Whats App e Facebook quel materiale.

Nel frattempo, però, le immagini e i video avevano fatto rapidamente non solo il giro delle scuole, ma anche delle città, arrivando sino a Torino, Milano e oltre.

LA DENUNCIA. Gli investigatori hanno lavorato qualche mese, ma infine sono riusciti a individuare il materiale che riguardava la giovane – 3 filmini e 9 fotografie – bloccando la loro diffusione. Tutti i minorenni coinvolti sono stati sentiti dagli investigatori, e sempre in modalità protetta con l’aiuto di psicologi e operatori specializzati.

GLI EFFETTI. Il risultato è che per i minori di 14 anni, per legge, non si può procedere in alcun modo: non sono imputabili. Ma per il 15enne, primo responsabile della diffusione di immagini e video, è scattata la denuncia alla procura minorile. Sono stati invece per il momento solo segnalati sempre alla procura, gli altri ragazzini, che hanno più di 14 anni, e che in successione hanno contribuito al diffondersi del materiale pedo-pornografico. Toccherà alla procura valutare eventuali provvedimenti.

Intanto, ci sono voluti mesi interi e un difficile lavoro sulla ragazza e sui compagni agevolato per fortuna dalle famiglie e dalla scuola, ma alla fine la 13enne si è convinta a tornare in classe. E a riprendersi la sua vita. Con la speranza che una brutta vicenda come questa, serve da monito per il futuro.