Gazzetta di Reggio

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Dimentica il fucile, non sparerà mai più

Dimentica il fucile, non sparerà mai più

La moglie lo aveva chiamato al telefono a caccia perchè stava male. Il Tar dà ragione al questore: manca l’autocontrollo

26 maggio 2014
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Aveva dimenticato sul ciglio della strada il fucile con il quale si era recato a caccia perchè sorpreso da una telefonata della moglie, che era in preda a una grave crisi di ansia. Quando se n’era accorto, era tornato a cercarlo. Ma era troppo tardi: l’arma non c’era più. Più tardi aveva scoperto che era già stata notata e recuperata dai carabinieri. Quella distrazione gli è costata la revoca della licenza di porto di fucile. E non è servito nemmeno fare ricorso al Tar: i giudici lo hanno respinto, ritenendo il provvedimento del questore assolutamente opportuno.

La vicenda risale all’ottobre del 2011.

Secondo quanto aveva all’epoca raccontato ai carabinieri, l’uomo verso le 10.20 era di ritorno da una battuta di caccia quando aveva ricevuto una drammatica telefonata dalla moglie. La donna stava male, gli chiedeva aiuto. Così, lui non aveva perso tempo e l’aveva raggiunta. Lasciando, però, il fucile a bordo strada. Quando si era accorto della dimenticanza, era tornato sul posto. Ma non c’era più. E lui si era attivato per fare denuncia. I carabinieri però avevano già recuperato l’arma, in località Sesso.

Naturalmente, a un episodio del genere segue una denuncia all’autorità giudiziaria. E delle conseguenze, che per l’uomo sono state un provvedimento da parte del questore di revoca della licenza di porto d’armi. Per l’autorità preposta, abbandonare un fucile per correre a soccorrere la moglie significa non possedere «la freddezza, l’autocontrollo e la capacità di gestione delle situazioni di emergenza sufficienti a garantire la necessaria affidabilità richiesta in tutti i titolari di porto d’armi». Tanto più che «le presunte e supposte crisi di panico non sono state documentate dal punto di vista medico». Per tanto, secondo il questore, «o sono lievi, o sono irrilevanti in tal caso l’allarme suscitato ha prodotto una reazione esagerata». Ma se fossero realmente gravi o frequenti, allora a maggior ragione sarebbe inopportuna la presenza di armi in casa.

Il Tar di Parma non ha ritenuto tale provvedimento eccessivo, bensì giustificato «dalla finalità di pubblica sicurezza». Il ricorso, con sentenza datata 19 maggio, è stato respinto. E ora il cacciatore, rimasto senza fucile, dovrà pure pagare le spese del procedimento. (el.pe)