Gazzetta di Reggio

Reggio

«Fanghi, bonifiche ancora incompiute»

«Fanghi, bonifiche ancora incompiute»

Casalgrande, l’assessore uscente Maurizio Lucenti e il problema della cava Canepari: «Ritardi tecnici della Regione»

26 maggio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CASALGRANDE (Reggio Emilia)

Casalgrande terra di fanghi? Sicuramente esistono luoghi che devono essere bonificati dai rifiuti industriali dell’industria ceramica che risalgano agli anni ’70 e ’80 e l’impegno dell’amministrazione comunale - e in particolare dell’ufficio ambiente di Casalgrande - è stato particolarmente forte negli ultimi anni. In particolare l’assessore all’ambiente Maurizio Lucenti, alla scadenza del suo mandato, ha tracciato un bilancio soddisfacente del suo periodo, con un piccolo grande “nodo” che dovrà essere sciolto dal futuro assessore.

«Mi dispiace non essere riuscito – sottolinea Maurizio Lucenti – a completare la bonifica dell’ex-cava Canepari, nonostante il tanto impegno profuso. Mentre si sono concluse positivamente le bonifiche di Rio Medici e Rio Brugnola, qui permane una situazione di stallo».

Da che cosa è causato questo stallo? «Mi spiace dirlo, ma la Regione, nei suoi organi tecnici, ha avuto sinora un atteggiamento non pienamente soddisfacente. Non era presente alla conferenza dei servizi tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente nel luglio 2012, e non era presente nella nuova conferenza dei servizi che si è tenuta negli scorsi giorni presso la Provincia di Reggio. Inoltre in questi due anni non ha finanziato le perizie di variante al progetto che abbiamo presentato a fronte di una situazione rivelatasi, a lavori in corso, peggiore di quanto preventivato in sede d'appalto. E questo pur disponendo dei fondi a suo tempo stanziati dal Ministero e ritornati alla Regione a seguito del risparmio a suo tempo generatosi dal ribasso d’asta in sede di aggiudicazione dell’appalto per l’intervento della MISE (Messa in Sicurezza d’Emergenza)».

Nonostante le vostre sollecitazione non siete riusciti ad ottenere nulla? «Qualcosa in questi giorni si è ottenuto. Sul piano tecnico, come è emerso dall’ultimo incontro, è possibile procedere a concludere la parte d’intervento già iniziato con una spesa prevista di oltre 4 milioni di euro. Si è condivisa un’unità d’intenti fra Arpa, Usl, Comune e Provincia, nel ritenere indispensabile che la Regione finanzi il completamento della MISE».

E’ così importante mettere in sicurezza questa grande discarica abusiva? «Sì, perché il luogo dove si trova è vicino alle zone dove si capta l’acqua potabile. Non possiamo permetterci un possibile inquinamento dei pozzi che garantiscono l’approvigionamento idrico di diversi comuni reggiani e modenesi. Ci siamo mossi sul piano politico con la sensibilizzazione di alcuni componenti del Consiglio Regionale come la consigliera dei Verdi-Sel Gabriella Meo, che ha presentato un’interrogazione e all’interno della Giunta Regionale come il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli, a cui ho presentato personalmente il problema a fine marzo. Quest’ultimo mi ha garantito il suo impegno per permettere un’evoluzione positiva a questo problema».