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Lotta alla mafia, premio Iustitia a Cortocircuito

Lotta alla mafia, premio Iustitia a Cortocircuito

Reggio. I giovani della web-tv ricevono la targa dedicata al giudice Livatino. Con loro insigniti anche Gratteri e Aprile

28 maggio 2014
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REGGIO

Elia Minari e la redazione di Cortocircuito – la web-tv indipendente che si è distinta negli ultimi tempi per le video inchieste sulla ’ndrangheta a Reggio – hanno ricevuto un importante riconoscimento: il premio “Iustitia” in memoria del giudice ucciso dalla mafia nel 1990, Rosario Livatino, assegnato dall’Università della Calabria.

«Elia Minari ha avuto il coraggio di fare una cosa straordinaria: già da quando era studente liceale ha denunciato le infiltrazioni del potere ‘ndranghetista nella città di Reggio e nella regione Emilia Romagna – è la motivazione della giuria – La redazione di Cortocircuito, web-tv indipendente, che Minari coordina, fa inchieste forti, vere. C’è un modo diverso di stare al mondo anche a 22 anni, Elia ne è la dimostrazione. E’ un giovane giornalista, autore di video-inchieste controcorrente sulla criminalità organizzata in Emilia Romagna. E’ un esempio per le nuove generazioni».

Alla consegna del premio, avvenuta a Cosenza, erano presenti il procuratore antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri, il giornalista e scrittore Pino Aprile, il caposervizio della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati. E gli stessi Gratteri e Aprile sono stati insigniti dello stesso importante riconoscimento, rispettivamente nella sezione magistratura e saggistica.

Arriva a Reggio il premio per le web-tv, ribadendo, dunque, una realtà più volte evidenziata da fatti e relazioni antimafia: che la criminalità organizzata è diventata, da tempo, anche una questione emiliana, reggiana.

«Per noi è stata un po’ una sorpresa. Non ce l’aspettavamo». Così Elia Minari commenta il premio a nome della sua redazione, composta da una quindicina di giovani dai 20 ai 22 anni.

«Quello che dal 2009 stiamo cercando di fare è conoscere e informare su di un tema delicato – spiega – partendo da episodi che purtroppo sono sempre più frequenti. Nel nostro lavoro, nei nostri frequenti incontri con la cittadinanza e con le scuole, ripercorriamo quello che è avvenuto negli anni Ottanta e Novanta a Reggio: omicidi e attentati. Per tentare di ricostruire come è avvenuto il radicamento della criminalità organizzata nel nostro territorio. E molto spesso le persone restano sorprese. Non sanno, non ricordano questi episodi. Fino alla denuncia che ormai le organizzazioni sono entrate anche in alcune aziende reggiane doc, come dimostrano le interdittive e l’ottimo lavoro svolto dalla prefettura in questi anni. E questo dovrebbe porre più di un interrogativo».

E il lavoro della redazione di Cortocircuito è tutt’altro che finito. «Da qualche settimana abbiamo iniziato a lavorare a una nuova video-inchiesta. Basandoci ancora una volta sui fatti, sui documenti. Che ci interessano più delle opinioni».

Tematiche, questioni che Reggio si porta dietro e che non potrà permettersi di non affrontare. «Speriamo che la nuova amministrazione punti sulla trasparenza. Secondo noi la trasparenza negli atti amministrativi, negli appalti e nei subappalti, è il primo tassello, è fondamentale per contrastare in modo efficace il fenomeno». (el.pe)