Gazzetta di Reggio

Reggio

Processo a De Tata, scontro sui metodi

Processo a De Tata, scontro sui metodi

Guastalla: la superperizia boccia le discipline alternative attuate dal medico accusato di violenza sessuale sulle pazienti

29 maggio 2014
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GUASTALLA. Cinque ore tiratissime ieri – in tribunale a Reggio – per la discussione della superperizia voluta dalla Corte sul controverso caso del medico guastallese Emilio De Tata, accusato di violenza sessuale su alcune delle pazienti che frequentavano il suo studio.

I dieci quesiti posti ai superperiti (lo psichiatra Renato Ariatti, gli psicologi Eugenio Calvi e Giovannantonio Forabosco) – confluiti in una relazione di 88 pagine ora a disposizione delle parti – hanno riguardato, sostanzialmente, l'attendibilità di quelli che possiamo definire i “metodi De Tata" (l'imputato stesso sostiene, difendendosi, di attingere a un mix di “discipline" alternative a quelle della medicina tradizionale) e la possibilità o meno, per una donna, di confondere un massaggio in zona vicina ai genitali con un vero e prorpio atto sessuale . La riposta dei periti è stata negativa, sottolineando che i metodi del medico non avevano comunque seguito i criteri deontologici indicati dalle discipline alle quali ha fatto riferimento. Si è parlato di sorta di “insalata russa”, un collage di varie tecniche («Si fatica a vedere un progetto terapeutico strutturato»). Ma alcune pratiche però (la numerologia, l’uso dei colori) sono anche state accostate dai periti alla magia. E ciò ha scatenato le ire della difesa, i cui consulenti per bocca dell’avvocato Guido Sola, hanno affermato la correttezza delle tecniche e la pubblicazione su riviste mediche e siti specializzati. Sul caso De Tata è entrato – come consulente del pm Maria Rita Pantani – anche un’autentica “star” come lo psichiatra e sessuologo oltre che saggista Willy Pasini. Ha spiegato che il dottor Nader Butto (teorico del Settimo Senso, percezione extrasensoriale con cui giungere a una diagnosi medica e a inndividuare il blocco energetico alla radice della malattia), avvertiva però che l’operatore deve creare “argini deontologici”, ottenendo il consenso informato». Poi una vera e propria lezione di sessuologia. «Dal perineo si dipartono tre nervi, il pudendo, il pelvico e l’ipogastrico: arrivano al cervello e producono piaceri diversi alle donne. Quello più misterioso è il nervo ipogastrico, che scatena il punto G che tanto fa discutere e provocare battute di spirito per la sua difficilissima reperibilità. Ora: le sensazioni descritte dalle tredici pazienti del dottor De Tata come risultato della terapia del dottor Butto dovrebbero interessare il punto G. E invece – conclude – non erano quelle». Si tornerà in aula l’11 giugno per sentire i consulenti delle tre donne costituitesi parte civile.(t.s.)