Gazzetta di Reggio

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Si scioglie l’Urania, anima del Metropolis

di Mauro Grasselli
Si scioglie l’Urania, anima del Metropolis

Bibbiano, stasera l’assemblea dei soci: «Proiettore scomparso? No, “parcheggiato” in attesa di destinare il patrimonio»

29 maggio 2014
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BIBBIANO. Questa sera al cinema teatro Metropolis di Bibbiano si riuniranno i soci della cooperativa Urania, e non sarà un’assemblea come le altre. La parte straordinaria dell’incontro prevede infatti lo scioglimento della cooperativa, la nomina del liquidatore e gli adempimenti connessi alla messa in liquidazione della società, mentre la parte iniziale dell’assemblea tratterà l’approvazione del bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 e la destinazione del patrimonio dell’Urania stessa, fatta salva la liquidazione dei debiti.

Di fatto, questa sera la cooperativa Urania presieduta da Mario Ferrari, nata nel 2004 per gestire il cinema teatro Metropolis di Bibbiano, si scioglie e decide che fare del patrimonio societario, una volta pagate tutte le spese in sospeso.

Una chiusura tutt’altro che pacifica, dal momento che l’epilogo arriva dopo mesi segnati da polemiche. Ed anche un piccolo “giallo” che, a quanto pare, è il simbolo del recente braccio di ferro tra l’Urania e l’amministrazione comunale: la “scomparsa” del proiettore del Metropolis.

La cooperativa Urania, nata nel 2004, è arriva ad avere circa 250 soci del posto: tantissimi, per un paese piccolo come Bibbiano. L’obiettivo: portare avanti l’attività del cinema teatro, sempre più difficile a causa della rivoluzione mediatica che, nel corso dei decenni, ha portato alla chiusura di quasi tutte le sale di paese (ed anche di città). Attiva soprattutto con il teatro dialettale, la cooperativa Urania – animata da soci in buona parte ideologicamente “vicini” alla giunta – ha proseguito l’attività fino alla scorsa estate. Ma i tempi cambiano, le ideologie sbiadiscono e, soprattutto, le convenzioni scadono. L’estate scorsa il Comune ha emesso un bando per la gestione, in un “pacchetto” unico, del Metropolis, della biblioteca comunale (già da tre anni gestita non direttamente dall’ente pubblico) e dei servizi culturali in genere. Bando vinto dall’Ati (associazione temporanea d’imprese) formata da Arci Reggio Emilia e Camelot (quest’ultima aveva gestito la biblioteca nel precedente triennio). Nessun altro soggetto ha partecipato al bando: nemmeno Urania, che non ha trovato un partner in grado di gestire la biblioteca. Ne è nata una polemica.

Urania si è sentita estromessa dal Metropolis, o quantomeno impossibilitata a competere, visto quanto richiesto nel bando. Secondo il Comune, invece, il bando era uguale a quello in precedenza vinto dalla stessa Urania, che nell’occasione si era unita in Ati con Arci e Camelot; pertanto, i problemi erano semmai dovuti ai disaccordi nati all’interno dell’Ati, con la conseguente decisione di Arci e Camelot di proseguire senza Urania.

Polemiche alimentate anche dal fatto che Urania, secondo il presidente Mario Ferrari, aveva ottenuto dalla Regione un contributo di 25mila euro – che, sommati ad altri contributi pubblici, potevano diventare 40mila – per acquistare un proiettore digitale (costo: 50mila euro), indispensabile per proseguire l’attività cinematografica, così come è avvenuto a Cavriago, Puianello e Albinea. Da lì la polemica con l’amministrazione comunale.

Nel frattempo, l’assessore Umberto Beltrami aveva sventato il problema-sedie nuove, acquistate ma, essendo risultate difettose, non pagate (il Comune di Bibbiano ha poi vinto la causa e, con i soldi non versati all’azienda parmense fornitrice, ha acquistato altre poltroncine).

E il “giallo” del proiettore del Metropolis? In ambienti comunali, si sussurra che sia stato fatto sparire dai soci dell’Urania. In ambienti vicini alla cooperativa, si nega con fermezza la “sparizione”, si precisa che il proiettore è stato acquistato dall’Urania e si spiega che è stato semplicemente “parcheggiato” in locali bibbianesi, assieme ad altre attrezzature (computer, calcolatrice eccetera), in attesa che l’assemblea di stasera decida a chi destinare il patrimonio sociale, una volta pagati i debiti.

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