Brogli, blitz della Digos all’ufficio elettorale
Nel mirino il sequestro della quarantina di schede “incriminate”. Sentito il presidente del seggio 7
Prime mosse nell’inchiesta del sostituto procuratore Isabella Chiesi sulla quarantina di schede elettorali che fanno sospettare (secondo quanto evidenziato dalle due denunce presentate dal Movimento 5 Stelle) la medesima calligrafia nelle preferenze espresse per due candidati del Pd al consiglio comunale (Salvatore Scarpino e Teresa Rivetti).
La Digos è piombata nella sala rossa del municipio in cui si stanno svolgendo le operazioni dell’ufficio elettorale comunale che si occupa del controllo dei verbali e del conteggio ufficiale di voti e preferenze. Un “passaggio” prevedibile, visto che lì vi sono (in una busta sigillata) le 31 schede “incriminate” e non assegnate del seggio numero 7 di viale Montegrappa. Ne hanno parlato con il giudice Luca Ramponi, che presiede l’ufficio elettorale comunale. Visto che i lavori su verbali e conteggi di voti e preferenze necessitano di altri giorni, solo la prossima settimana avverrà il sequestro delle 31 schede per avviare quella perizia calligrafica considerata necessaria per dare una prima inquadratura alle indagini. Meno significativa la presenza di impronte digitali, visto che le schede sono passate attraverso diverse mani. Ma in quest’inchiesta sono finite anche 13-14 schede con preferenze dubbie segnalate dai grillini nel seggio numero 149 di via Premuda. Ma in questo caso, essendo schede comunque assegnate, il problema-sequestro non esiste, visto che è la stessa questura che, per legge, deve vigilare sulla montagna di schede valide che sono conservate nei magazzini comunali di via Mazzacurati. Nell’ambito dei lavori dell’ufficio elettorale comunale è stato già sentito dal giudice Ramponi il presidente del seggio numero 7, cioè Pietro Drammis che ha confermato le anomalie sulle 31 schede emerse durante lo spoglio, (come evidenziato anche nel verbale di seggio) escludendo che se “qualcosa” è accaduto, sarebbe avvenuto una volta aperta l’urna, visto che lunedì alle 14 – al momento del riavvio delle operazioni di seggio – il contenitore appariva sigillato.
Al presidente Drammis sono stati chiesti lumi anche sull’errato metodo di spoglio che ha utilizzato: secondo il rappresentante di lista Mario Lanzafame (Un’altra Reggio) potrebbe aver facilitato – come già dichiarato a botta calda alla Gazzetta – l’instaurarsi questa situazione al momento ancora poco chiara.(t.s.)