Ma che film la vita... di Elena Carletti
Novellara, il nuovo sindaco si impegna a rispondere all’incarico ricevuto dai cittadini: «Orgogliosa di questo paese»
NOVELLARA. A poche ore dai risultati delle elezioni, Elena Carletti, il nuovo sindaco di Novellara, era già al lavoro in Rocca nel suo nuovo ruolo. Ha vinto con un ampio margine la tornata elettorale di domenica scorsa, con oltre il 60% dei voti, superando di quasi 7 punti percentuali la già consistente vittoria del centrosinistra di Raul Daoli nelle elezioni del 2009; dopo avere vinto le primarie locali del Pd con circa l'80% delle preferenze. Una vittoria netta e indiscutibile che conferisce al suo mandato una forte autorevolezza, ma anche una altrettanto forte responsabilità.
Gli 11 seggi in consiglio comunale, contro i cinque dell’opposizione, gli consentono un’ampia autonomia di manovra, ma lei conferma quello che in campagna elettorale ha già più volte dichiarato: di voler governare non solo dando voce ai cittadini, ma anche puntando ad instaurare un dialogo costruttivo con le opposizioni, puntando a scelte condivise orientate al bene comune e alla sostenibilità: «Intendiamo – ha detto e scritto la Carletti – aprire una nuova pagina nel rapporto con i cittadini, favorendo processi di vera partecipazione, garantendo la massima trasparenza e presenza sul territorio».
Un proposito sintetizzato nello slogan: «Essere in Rocca ma non arroccati», molto apprezzato dai novellaresi.
Nata a Novellara nel 1975, laureata in Lingue e Letterature straniere, ha frequentato diversi master di specializzazione in politiche e culture europee e in scienze e tecniche dello spettacolo.
Figlia di Beppe Carletti, è cresciuta “a pane e Nomadi”, con i quali da anni collabora per la composizione e la traduzione di testi di canzoni; negli anni felici, pupilla di Augusto, ne frequentava assiduamente la casa della sua famiglia.
Ha cominciato ad occuparsi attivamente di politica nel 1999, quando le hanno proposto di candidarsi per il consiglio comunale nella lista di centrosinistra, allora guidata da Sergio Calzari.
E così, dopo un primo tirocinio, nel 2002 è entrata in giunta come assessore ai Giovani e all’Ambiente; poi confermata come assessore alla Cultura, Sport, Turismo e Associazionismo dal sindaco Raul Daoli.
In quegli anni ha lasciato un segno particolarmente nella riqualificazione della Biblioteca comunale, del Museo Gonzaga e dell’Archivio storico. Scaduto il suo mandato, è stata eletta in Consiglio provinciale come candidata dei Democratici di Sinistra, e nel 2009 ancora in Provincia con il Partito Democratico; dove ha ricoperto il ruolo di presidente della Commissione Scuola e Cultura. Ha molto viaggiato, come studentessa, come turista e al seguito di delegazioni umanitarie. Ha un debole per il vino di qualità, poco ma eccellente, e per questo ha frequentato anche corsi da Sommelier.
E’ da sempre molto vicina all’attività del padre. Ultimamente ha firmato il testo di “Terzo tempo” e, con Vittorio Ariosi, l’ultima e più completa biografia di Augusto Daolio: “Ma che film la vita”.
Dal 2008 è mamma di Nicola. Nel 2011 ha fondato a Novellara una scuola di lingua inglese, operando con un network internazionale. A 38 anni si trova ora alla guida di un Comune da sempre ben amministrato, e in tanti si aspettano da lei, affiancata da una nuova generazione di giovani amministratori, un rinnovato impegno per un futuro di benessere e di migliore qualità della vita, e per un’ulteriore promozione della storia, della cultura e delle produzioni di eccellenza di una comunità che ama la propria città, aperta ai problemi del mondo. E’ chiaro che ha già la testa alle tante cose a cui vuol mettere mano nel prossimo futuro, ma si concede un’ultima riflessione sulle elezioni: «Da questa esperienza ho imparato che la polemica sterile non paga, che la rabbia cieca non costruisce consenso. Sono diventata sindaco di un grande Comune, ne sento l’orgoglio e tutta la responsabilità. Potendo contare su una bella squadra di assessori e di consiglieri comunali, faremo di tutto per essere all'altezza del compito che i cittadini ci hanno affidato».
Vittorio Ariosi