Becchi: «Non bastano bus nuovi»
Secondo il presidente di Legambiente «servono investimenti seri»
REGGIO EMILIA. «Il trasporto pubblico urbano è in declino da molti anni: solo investimenti seri e duraturi possono invertire questa tendenza». Così Massimo Becchi, presidente di Legambiente, sui dati diffusi da Istat in questi giorni sul trasporto pubblico urbano a Reggio. «Questi dati - dice Becchi - non fanno che confermare quella che è anche la percezione comune, ovvero un sostanziale drastico calo degli utenti del trasporto pubblico urbano a favore di altre mobilità, soprattutto quella privata. Del resto è sintomatico che una quota consistenza dei finanziamenti del Comune di Reggio degli ultimi anni sia andata sulla costruzione di nuove strade, e solo una quota marginalissima sul trasporto pubblico. In questo scenario la presenza di una rete estesa di piste ciclabili non ha potuto comunque calmierare l’uso del mezzo privato, che resta il sistema più utilizzato per entrare in città e per gli spostamenti interni». «Il trasporto pubblico cittadino - continua Becchi - non è in calo solo negli ultimi anni, ma ben da metà degli anni ‘90: Legambiente raccoglie questi dati dal 1995 per il proprio rapporto Ecosistema Urbano, e se appunto nel ‘95 avevamo 98,4 viaggi per abitante e per anno, nel 2000 si è scesi a 87 e a 71 nel 2010, stabilizzandosi (sembra) negli ultimi due anni fra i 65 e 66 viaggi per abitante ogni anno. Un’erosione dei viaggiatori che è andata pari passo con l’aumento dei casi di bullismo e violenza sui mezzi pubblici, fino a pochi anni fa una rarità, oggi invece molto frequenti, proprio perché è cambiata anche la tipologia di utenti del trasporto urbano, appannaggio soprattutto di studenti, anziani e stranieri».
Ma una soluzione, secondo Becchi ci sarebbe: «Per ridare fiato a questo esangue sistema non bastano solo bus nuovi, che se certamente ben graditi, vanno comunque integrati con i servizi di terra, visto che il trasporto pubblico nasce fin dalla fermata e dai servizi che il cittadino trova (facilità di reperire i biglietti, informazioni sulle linee, tempi di arrivo dei mezzi, frequenze)».
E il presidente di Legambiente si sofferma anche sul dato relativo all’inquinamento atmosferico sempre diffuso da Istat: «Il miglioramento del parco mezzi circolante - dice - certamente c’è stato negli scorsi anni, grazie agli incentivi alla rottamazione e alla sostituzione di veicoli, ma questo rinnovamento si è drasticamente ridotto negli ultimissimi anni e da allora il parco auto è invecchiato senza avere più goduto di incentivi particolari. In tal senso il dato delle polveri fini (le Pm10) è un buon indicatore: se il 2013 si è chiuso con un deciso miglioramento della qualità dell’aria, dai 93 sforamenti delle polveri fini del 2012, si è passati ai 56 di dello scorso anno (centralina di Viale Timavo), ciò è dovuto soprattutto all’andamento climatico particolare del 2013, che ha visto ben 92 giorni di pioggia, il dato più alto dal 2009.