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Meno forme prodotte e maggiori controlli

Meno forme prodotte e maggiori controlli

Ecco le decisioni dell’assemblea del Consorzio per rilanciare un mercato in calo Ratificato dai soci anche il ritiro di 90 mila unità della produzione del 2013

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REGGIO EMILIA. Rafforzamento ed estensione dei sostegni alle vendite nella GDO italiana, intensificazione dei controlli sul prodotto grattugiato e la verifica dei livelli previsti dai piani di regolazione dell’offerta, che nei prossimi mesi potrebbe determinare una riduzione degli obiettivi di produzione previsti per il prossimo anno.

E’ quanto ha deciso ieri il Consorzio del Parmigiano Reggiano nella sua ultima assemblea dei soci. Dopo il ritiro di 90.000 forme di produzione 2013 deliberato dal Consiglio e ora ratificato, è questo il pacchetto di misure pensate con l’obiettivo di rilanciare un mercato che negli ultimi sette mesi ha registrato un calo delle quotazioni all’origine pari al 15% (9,12 euro/kg a gennaio, 7,76 euro/kg al 10 luglio scorso).

«Prevalentemente – spiega il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – si tratta di interventi urgenti di mercato accompagnati comunque da misure che guardano oltre l’attuale situazione congiunturale e tengono conto del perdurare di una crisi economica che ha determinato non solo una flessione degli acquisti interni che coinvolge pressoché tutti i formaggi duri, ma anche un calo del prezzo al quale mediamente il prodotto viene offerto ai consumatori, segnato da una flessione del 2,8% nel primo semestre 2014». «Queste contrazioni – prosegue Alai – non sono state compensate da un andamento delle esportazioni che pure continua a registrare aumenti sensibili, con un + 7,4% nel primo quadrimestre 2014».

Le iniziative previste sono associate a un deciso rafforzamento dei controlli e della vigilanza sul prodotto grattugiato, i cui consumi sono cresciuti dell’1,2% nei primi quattro mesi del 2014. «L’obiettivo – sottolinea il presidente del Consorzio – è quello di sostenere i consumi e di garantire ulteriormente i consumatori e anche i produttori rispetto alla qualità del grattugiato, con nuovi strumenti che ci consentono di individuare la presenza di formaggi ottenuti dal latte di bovine alimentate con insilati, e quindi diversi dal Parmigiano Reggiano».

Le azioni sono state approvate dall’assemblea dei caseifici con 297 voti favorevoli e 6 contrari. Il Consorzio investirà oltre 1,9 milioni di euro, utilizzando per fini anti-crisi il residuo dei contributi straordinari messi a disposizione dai caseifici per gli interventi di mercato legati al sisma del 2012.

«Con questo insieme di azioni – conclude il presidente Giuseppe Alai – gli interventi del Consorzio a favore della promozione e della tutela dei redditi dei produttori raggiungono il più alto livello dalla nascita dell’Ente ad oggi, sfiorando i 15 milioni di euro».

Soltanto alla vigilia dell’assemblea, erano piovute aspre critiche da parte di Coldiretti nei confronti del Consorzio. Accusato di aver descritto, nell’assemblea precendete tenutasi nel mese di aprile, uno scenario che non corrisponde alla realtà: ovvero, quella di buona salute del re dei formaggi, quando si parlava addirittura di boom delle vendite.

Conti, però, che per Coldiretti non tornano, a tre mesi di distanza. «Ci troviamo – scrivevano in una nota i soci di Coldiretti – con una quotazione del formaggio 12 mesi calata a 7,85 euro con una perdita del 10%». Con un’accusa ben precisa rivolta ai vertici del Consorzio. «Evidentemente – scrivevano ancora – lo sbandierato successo dell’exploit pare non abbia dato i risultati sperati pur in presenza di stabilità nella produzione».

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