Gazzetta di Reggio

Reggio

«Commessi sfruttati e in prima linea contro i criminali»

di Martina Riccò
«Commessi sfruttati e in prima linea contro i criminali»

Castelnovo Sotto, parla il segretario provinciale Filcams Cgil «Ciò che è successo a Petromelli è un infortunio sul lavoro»

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CASTELNOVO SOTTO. «Quello che è successo a Massimiliano Petromelli non può essere classificato come incidente: è un infortunio sul lavoro, perché lui è stato picchiato e malmenato nel supermercato dove lavorava da due ladri che volevano i soldi della cassaforte del discount». È con questa puntualizzazione che Luca Marchesini, segretario provinciale della Filcams Cgil, inizia a parlare del tragico episodio avvenuto mercoledì mattina a Castelnovo Sotto. «Il “Dipiù” non è sindacalizzato e non conosco con precisione la condizione dei commessi e delle commesse che vi lavorano – continua – ma quello che è capitato a Petromelli poteva capitare a qualsiasi altro commesso della provincia. Le condizioni di lavoro dei dipendenti che operano nel commercio sono deleterie». Non solo i commessi sono pagati poco, ma in seguito al decreto Monti, che prevede apertura no stop dei negozi, sono anche costretti a lavorare ininterrottamente per più di otto ore al giorno. A questo si aggiunge che, spesso, non sono assolutamente tutelati dal punto di vista della sicurezza.

«A Reggio ci sono solo alcuni supermercati, per esempio la Coop e il Conad, ad avere guardie giurate o guardiani notturni – spiega Luca Marchesini – gli altri negozi lasciano che i dipendenti rimangano a lavorare fino a tardi, o comincino quando ancora non c’è la luce, senza nessun tipo di controllo. E se si pensa che la maggior parte dei dipendenti è costituita da donne, questa cosa fa ancora più riflettere». Raro che, in tempo di crisi, si decida di spendere dei soldi per pagare impianti di videosorveglianza e guardie giurate, ma questo va a discapito dei lavoratori. «Non dico che con questi mezzi si risolva completamente il problema – precisa il segretario provinciale della Filcams – ma di sicuro aiuterebbero ad aumentare la sicurezza. I commessi e le commesse, oggi, sono in prima linea: sono loro a subire le conseguenze più gravi di rapine, furti, atti vandalici. Il commesso che è stato rapinato e picchiato ha ragione a dire che non vale la pena rischiare la vita per mille euro al mese». E non è tutto.

«Proprio in questi giorni è in corso un tavolo di trattative per il rinnovo dei contratti degli agenti di commercio – dice Marchesini – ma per noi, ad oggi, non ci sono le condizioni per farlo. Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione si stanno facendo concorrenza per abbassare i diritti dei lavoratori e avere il contratto meno caro possibile. È la prima volta che assisto a una tale competizione al ribasso. Le richieste di Confcommercio sono di arrivare a 52 ore di lavoro settimanali, sette giorni su sette. Senza considerare la precarizzazione del lavoro: adesso c’è l’obbligo di assumere l’80% degli apprendisti, loro la vogliono abbassare al 20. In questo scenario apocalittico, poi, in cui i consumi sono bassissimi e i lavoratori sono sfruttati, continuano a venire aperti supermercati. Come se aumentare i metri quadrati di negozi sul territorio provinciale o tenere aperto 24 ore su 24 e sette giorni su sette servisse a far aumentare i consumi. Ma per raggiungere questo obiettivo c’è una sola soluzione – conclude Marchesini – ridistribuire la ricchezza, dare più soldi ai lavoratori in modo che poi possano spendere».