Majorca: stop al presidio dopo 52 giorni
Scandiano, garanzie sul magazzino. I dipendenti: «Il commissario giudiziale ci assicura che ogni movimento sarà tracciato»
SCANDIANO. Dopo 52 giorni ininterrotti, finisce il presidio dei lavoratori davanti alla ceramica Majorca. Ieri pomeriggio i dipendenti dell’azienda scandianese vicinissima alla chiusura hanno smobilitato postazione e banchetti montati a inizio giugno davanti alla sede per impedire che le mattonelle prodotte venissero portate via. Le 71 persone impiegate alla Majorca sono in cassa integrazione straordinaria sino a dicembre e devono ancora ricevere diversi mesi di stipendi arretrati. Hanno deciso di concludere il presidio dopo un colloquio con Anna Spaggiari, commissaria giudiziale nominata dal tribunale di Reggio dopo la domanda di pre-concordato inviata il 7 luglio dalla proprietà, in seguito ad una istanza di fallimento presentata da un creditore.
Nell’incontro con la Spaggiari, i lavoratori hanno espresso le loro preoccupazioni e hanno chiesto garanzie sulla tracciabilità del materiale prodotto e non ancora venduto: quasi 800mila metri cubi di piastrelle. Il timore era che queste mattonelle, considerate uno degli ultimi beni della Majorca, venisse ceduto senza che parte del ricavato venisse poi usato per pagare i dipendenti.
«La Spaggiari – spiega Nico Morano, uno dei rappresentanti sindacali interni della Majorca – ci ha garantito che ogni movimento verrà tracciato e rendicontato. Questo ci lascia molto più tranquilli, e dopo 52 giorni abbiamo deciso di togliere il presidio “fisico” davanti ai cancelli».
Ogni operazione, anche di vendita, verrà registrata dalla commissaria, che si è già attivata con il consulente indicato dall’azienda e con gli operatori incaricati. In questo modo, tutto verrà “conteggiato” e valutato nel più ampio quadro del concordato. Una certezza che ha convinto i lavoratori, dopo quasi due mesi in cui una trentina di persone ha sempre presidiato la sede, fra tempeste di grandine e afa. Un lungo periodo che ha provato i partecipanti, e la fine della mobilitazione è stata accolta con sollievo.
Qui si aprono altri discorsi, cruciali per il futuro della Majorca. Il 7 agosto ci sarà un incontro ufficiale fra la Spaggiari e i rappresentanti sindacali per valutare il cammino del concordato. Il progetto definitivo da approvare dovrebbe essere presentato entro il 7 settembre, due mesi dopo la domanda, ma non è esclusa la possibilità di ottenere un ulteriore mese di deroga. Resta poi da capire che concordato sarà. Liquidatorio, come sarebbe ad oggi. Ma se arrivasse una realtà interessata alla Majorca, il piano prenderebbe ben altro cammino. Se il concordato definitivo, una volta ufficializzato, non venisse poi accettato, si aprirebbe la strada all’ipotesi più cupa: il fallimento.
Un’altra questione, più fresca, è quella sul mantenimento della cassa integrazione. Perché venga concesso il prolungamento, il concordato è condizione imprescindibile. Ma il problema è anche nazionale: i sindacati ritengono che i 400 milioni di euro messi a disposizione dal governo siano assolutamente insufficienti, e che 60mila lavoratori rischino di non avere prolungamenti della cassa integrazione per assenza di copertura economica.
Adriano Arati
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