Gazzetta di Reggio

Reggio

Rifiuti, “spariranno” tremila cassonetti

di Evaristo Sparvieri

È la scommessa del Comune con l’estensione del servizio in tutta la città. Tutino: «Eliminare i contenitori di indifferenziata»

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REGGIO EMILIA. Eliminare 3.302 cassonetti dei rifiuti, di cui 1.680 per l’indifferenziata e 1.622 per la differenziata dell’organico. È questa la scommessa del Comune dopo l’annuncio dell’assessore all’Ambiente, Mirko Tutino, dell’intenzione di introdurre in tutta la città il porta a porta. «Un processo per il quale apriremo un dialogo con i territori e con i cittadini», afferma Tutino, sottolineando che per il centro storico «prima di ogni decisione si terrà conto del decoro urbano e della ricerca del consenso».

I MODELLI. Attualmente, per quel che riguarda il porta a porta, nei 45 Comuni della provincia esistono diverse forme di gestione del servizio rifiuti. C’è un “modello Poviglio”, così chiamato perché adottato per la prima volta dal sindaco Manghi, poi diffuso a macchia d’olio anche in altri Comuni, da Bagnolo a Cadelbosco, da Castelnovo Sotto a Campegine, fino a Gattatico, Brescello e in parte di Rubiera, San Martino in Rio e Correggio. Si tratta di un modello che prevede il porta a porta per l’indifferenziato e per l’umido. Per il resto dei rifiuti invece (carta, vetro e plastica) ci sono i cassonetti per la differenziata, senza porta a porta. L’indifferenziata che necessita di smaltimento, in questi Comuni, è scesa dell’80%. Negli altri Comuni della provincia, con l’eccezione di due o tre realtà dell’Appennino, si è invece puntato finora sulla differenziata, anche qui con la prospettiva di introdurre gradualmente il porta a porta.

IL CASO REGGIO. Diverso il discorso per il capoluogo. Qui è in vigore il “modello Reggio”, un sistema misto che non ha mai sviluppato appieno la modalità del porta a porta, anche per scetticismi al momento dell’introduzione della cittadinanza, di Agac ed Enia e di parte dell’amministrazione. È un sistema in cui il porta a porta è diffuso per 65mila cittadini, soprattutto delle frazioni. Per altri 110mila residenti, invece, ci sono i cassonetti differenziati. Quanto ai circa 10mila residenti del centro storico, infine, raccolta differenziata con l’eccezione dell’organico.

TARIFFA AD HOC. Anche a livello di tariffe Reggio rappresenta un unicum: «A differenza dei Comuni che hanno adottato il modello di Poviglio – spiega Tutino – a Reggio i cittadini si sono pagati i nuovi servizi. Il modello provinciale, invece, ha inserito sussidarietà e perequazione, con un meccanismo che favorisse chi aveva il porta a porta». Ma quale sarà il modello per il centro storico? L’ipotesi più verosimile è l’adozione del modello Poviglio. Di qui l’eliminazione di oltre tremila cassonetti. Tutino, tuttavia, conferma che la decisione sarà presa con la cittadinanza, anche sulla base delle esigenze di privati e commercianti. E non si escludono “Oasi ecologiche” con cassonetti condominiali. «La vera rivoluzione è l’eliminazione dei cassonetti di indifferenziato, che non favoriscono pratiche virtuose», conclude Tutino.