Una task-force contro i predoni del Po
Gualtieri: dopo i furti a raffica, un progetto per la sorveglianza dell’isola degli Internati. Il sindaco lo presenterà all’Unione
GUALTIERI. Fare squadra per proteggere attracchi fluviali e oasi protette dai predoni del Po. È questo l’obiettivo che il sindaco di Gualtieri, Renzo Bergamini, ha in mente. Per raggiungerlo ha costituito un gruppo di persone che, nella riunione di giunta dell’Unione dei Comuni prevista dopo la pausa estiva, farà il punto sullo stato d’insicurezza che, da qualche anno a questa parte, si ripete sempre uguale in alcune aree protette del Po.
Si tratta infatti di una vera e proprio escalation di furti di motori per natanti, pesca di frodo con tramagli o elettrostorditori e furti su auto ai danni di pescatori e visitatori. Luisa Borettini, delle guardie ecologiche volontarie, si è resa disponibile a redigere un progetto di sorveglianza per l’isola degli Internati allo scopo di prevenire gli episodi malavitosi. Questo l’esito dell’incontro, che si è svolto ieri pomeriggio nella sala consiliare di Gualtieri, al quale hanno preso parte più di 30 persone tra guardie ecologiche, ambientalisti, concessionari di posti barca ma soprattutto pescatori.
Presenti anche il comandante della polizia municipale e il comandante della stazione dei carabinieri di Gualtieri. Tutto è partito dalla segnalazione del guardapesca Fausto Daolio che con le sue denunce ha stimolato le istituzioni locali a ragionare su come impedire l’invasione dei predoni del Po.
«Molti episodi vengono segnalati ma tantissimi no – ha esordito il sindaco Bergamini –. La golena gualtierese è frequentata da molta gente. È necessario fare squadra per cercare un’intesa comune». «Questi delinquenti non ci consentono neppure di esercitare la nostra passione per la pesca – ha affermato Francesco Crema, pescatore cui sono stati rubati parecchi motori –. Dobbiamo acquistare barche economiche, usate e pure poco sicure perché se ne compriamo di nuove ce le rubano subito. Dal 2009, non viviamo più». Della stessa idea Francesco Menta, pescatore di Viadana, che ha aggiunto: «Domenica hanno rubato motori anche a Casalmaggiore, nell’asta cremonese del Po. A Rovigo ai bracconieri vengono sequestrate barca a motore, auto e attrezzatura. E allora questi vengono da noi, tanto qui non controlliamo neppure la carta d’identità. La Regione Emilia Romagna consente l’uso di un unico filo con 500 ami. Ma queste cose si fanno solo in alto mare. Ho segnalato tante irregolarità ma non è mai venuto nessuno e la guardia forestale, alle 19, non è già più in servizio». Il presidente della Fipsas di Reggio, ammettendo che da Brescello a Luzzara sussistono episodi di bracconaggio, ha poi affermato: «Registriamo microinfrazioni ma prevale il discorso della prevenzione. Molti stranieri non conoscono le nostre leggi». E un pescatore ha replicato: «O forse le conoscono troppo bene! Ai rumeni viene dato un permesso di pesca provvisorio, mentre chi non è residente non può pescare». Qualcuno ha anche proposto, per debellare il fenomeno dei predoni del Po, di tutelare il siluro. Alla fine è stato costituito un gruppo che, proprio in questi giorni, sta lavorando a un progetto da attuare con la polizia di zona. (m.p.)