Gazzetta di Reggio

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correggio, il comitato “ambiente e salute”

«Biogas, a chi serve? Risponda il sindaco»

«Biogas, a chi serve? Risponda il sindaco»

CORREGGIO. «”Mai più centrali biogas: non abbiamo il potere di chiudere gli impianti già in funzione, ma faremo in modo che a Correggio non se ne aprano di nuovi”. Queste dichiarazioni del sindaco...

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CORREGGIO. «”Mai più centrali biogas: non abbiamo il potere di chiudere gli impianti già in funzione, ma faremo in modo che a Correggio non se ne aprano di nuovi”. Queste dichiarazioni del sindaco Ilenia Malavasi mostrano tutte le contraddizioni, e la poca chiarezza, che da sempre pervade la politica reggiana e i nostri sindaci e amministratori».

A lanciare l’accusa è Valterio Ferrari del comitato Ambiente e Salute di San Martino in Rio e Correggio che, tutt’altro che rasserenato dalle parole del primo cittadino, precisa: «Il discorso è molto semplice: visto e considerato che da qualche anno in qua a Correggio sono stati costruiti (o sono in via di costruzione) e sono stati autorizzati ben 18 impianti biogas-biomassa, bisogna chiedersi a chi serve e soprattutto a chi giova realmente questa proliferazione che non ha eguali in provincia, in regione e forse anche in Italia».

«Insomma è a queste domande che dovrebbe rispondere il nostro sindaco, perché se questi impianti sono una cosa positiva per la comunità correggese allora si continui pure a costruirne ma se, invece, come è effettivamente, servono solo ai soliti furbetti e speculatori amici della politica, che ingrassano di incentivi pubblici, allora possiamo correttamente affermare che dei 18 costruiti o autorizzati ce ne sono 18 di troppo». I comitati, dunque, chiedono un chiarimento e rimarcano le loro posizioni. «Risponda su questo punto il nuovo sindaco Ilenia Malavasi e poi agisca di conseguenza, tagli col passato e faccia tutto quello che è in suo potere per tutelare la comunità che l’ha eletta, perché, contrariamente a quanto si lascia intendere, è a lei che spettano per legge le azioni che possono fermare questo scempio di territorio in atto da alcuni anni e che ora si sta sconsideratamente reiterando. Così com’è nel suo potere anche far cessare l’attività di chi già è in attività e ha eluso e violato le regole, perché di irregolarità ce ne sono a bizzeffe e non solo nell’impianto di Melli, che rimane pur sempre il più scandaloso. Basta leggere con attenzione – conclude Ferrari – il decreto legge 28 del 3 marzo 2011, articolo 42». (s.p.)