Gazzetta di Reggio

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Frana di Montecagno scoppia la polemica sui ritardi nei lavori

Ligonchio, Tavaroli: «Interventi promessi e non realizzati» Pregheffi: «Partiranno a breve, io almeno ho fatto qualcosa»

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LIGONCHIO. La fragilità del territorio ligonchiese torna di attualità, dopo che, per diversi mesi, era stato nell’occhio del ciclone la provinciale 18, in località Rio Re. L’attenzione viene ora riportata, dal capogruppo di minoranza Marco Tavaroli, sulla storica frana di Montecagno. «Sono fortemente preoccupato – afferma – per il ritardo nei lavori previsti. A fronte dello stanziamento regionale di 400mila euro, che potrebbe consentire di consolidare in modo rilevante, secondo gli esperti, lo smottamento, ci sono troppe incertezze, e i ritardi sulla gestione dell’intervento non fanno che aumentare. Il 17 aprile scorso si è tenuta una partecipatissima assemblea a Montecagno, alla quale hanno partecipato anche la presidente della Provincia Sonia Masini, Gianfranco Larini della Regione, Gaetano Sartini del servizio tecnico di bacino e altri autorevoli esperti e addetti ai lavori, i quali dopo avere informato i presenti sulle modalità e i tempi degli interventi in progetto, hanno confermato che i lavori sarebbero partiti a giorni, perché i finanziamenti stanziati erano giacenti e a disposizione già a partire dal 2013». Prosegue Tavaroli: «Eravamo però alla vigilia del voto amministrativo e purtroppo le promesse elettorali hanno le gambe corte: alle parole non sono mai seguiti i fatti. Ora, dopo oltre tre mesi dalla riunione, e guarda caso dopo le elezioni, il sindaco Pregheffi sostiene che a causa di “lungaggini burocratiche” i lavori non sono ancora stati appaltati, mentre la frana, e questo è il fatto che preoccupa gli abitanti di Montecagno, continua a muoversi quotidianamente. Non vorrei – conclude Tavaroli – che l’abitato di Montecagno fosse seppellito dalla troppa burocrazia».

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco: «Sulla richiesta di un contributo regionale di 400mila euro mi ero speso personalmente, pressando l’assessore regionale Paola Gazzolo, ed è stato ottenuto anche grazie all’appoggio della senatrice Pignedoli e della Masini. Mai in passato era stato concesso un finanziamento così consistente ed era giusto evidenziarlo non certo per motivi elettorali ma perché finalmente era stata data attenzione ad un problema che preoccupava e preoccupa la gente di Montecagno. Tavaroli è nato e risiede nella frazione ligonchiese – conclude – eppure non era mai riuscito, come sindaco, a farsi ascoltare. Sabato 12 luglio a Montecagno, nel corso di un’assemblea sul bilancio alla quale non ha partecipato, ho detto che entro il 20 sarebbero stati appaltati i lavori. Così puntualmente è avvenuto ed è una ditta di Parma l’assegnataria. Ora è imminente l’inizio dei lavori. Qui però entrano in gioco le lungaggini burocratiche di cui ho parlato e delle quali siamo vittime: prima, durante la fase progettuale, sono passati mesi per l’acquisizione dei vari pareri, adesso invece bisogna verificare la documentazione delle ditte. Quale la nostra responsabilità? Quella di non sollecitare? L’ho fatto, anzi l’abbiamo fatto. Su vicende come queste, visto che l’interesse è comune, minoranza e maggioranza non contano: Tavaroli si impegni insieme a noi in queste sollecitazioni».