Gazzetta di Reggio

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SCANDIANO

Tavola rotonda a San Ruffino sulla discarica di Rio Riazzone

SCANDIANO. Si parlerà del futuro della discarica di Rio Riazzone domani sera (ore 21) a San Ruffino nel corso di un incontro organizzato nel circolo della frazione. La riunione si sarebbe dovuta...

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SCANDIANO. Si parlerà del futuro della discarica di Rio Riazzone domani sera (ore 21) a San Ruffino nel corso di un incontro organizzato nel circolo della frazione. La riunione si sarebbe dovuta tenere il 15 maggio scorso, ma era stata rinviata per la vicinanza con le elezioni amministrative. Ora, dopo il voto e con l’amministrazione nuovamente operativa, viene riproposta, fortemente voluta dal comitato di abitanti della zona e dal sindaco Alessio Mammi. Oltre a loro, saranno presenti diversi amministratori pubblici, fra cui il primo cittadino di Castellarano Gianluca Rivi. Sarà un’occasione per presentare il lavoro svolto sulla discarica di Rio Riazzone dalla fine del 2013 ai primi mesi del 2014 dal comitato di San Ruffino, per quanto riguarda la documentazione e le informazioni sull’attività della discarica, sulle procedure per la copertura definitiva e sull’impatto ambientale.

La discarica di Rio Riazzone si trova a metà fra Castellarano e Scandiano, non lontano da San Ruffino. Gestita da Iren, è chiusa dal 2008, e il tema centrale è quello della sua copertura definitiva. A fine 2013 erano emerse voci sulla possibilità che venissero usati detriti del terremoto del maggio 2012, o gli scarti degli inceneritori di Iren. Ipotesi, quest’ultima, che aveva suscitato parecchia preoccupazione fra gli abitanti, che avevano dato vita ad un comitato, e aveva generato anche discussioni piuttosto piccate fra il Pd scandianese, partito al governo nel paese, e le altre forze politiche locali. Dopo i timori e le polemiche, e una serie di proposte elaborate in successione con una sempre maggior attenzione alla tutela ambientale, il piano definitivo per la copertura finale è stato formalizzato nel febbraio scorso dalla Provincia. E prevede l’utilizzo di soli materiali inerti naturali, senza rifiuti o altri prodotti simili, per chiudere definitivamente le zone utilizzate come deposito rifiuti. (adr.ar.)