Così spolparono la Kerself
Nelle 125 pagine dell’ordinanza anche la denuncia che fece il patron Masselli
REGGIO EMILIA. Una «serie indeterminata di frodi» a danno del Gestore Servizi Energetici Spa, in pratica il Ministero dell’Economia.
Nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari di Milano, Enrico Manzi, che ha portato all’arresto del russo Igor Akhmerov e di Marco Giorgi e Gianpiero Coppola viene descritto il complesso meccanismo che ha portato l’organizzazione finita nel mirino della Guardia di finanza di Reggio guidata dal colonnello Ippazio Bleve a intascarsi qualcosa come 37 milioni di euro di incentivi statali. Spolpando fino al fallimento diverse società, tra cui la Kerserlf di Correggio.
MASSELLI PARLA AL PM. Quello che emerge leggendo le 125 pagine dell’ordinanza è anche il ruolo di Pier Angelo Masselli, lo storico patron di Kerself, nel denunciare il complesso raggiro che ha portato alla morte della sua ex società.
L'imprenditore, infatti, venne sentito dal pubblico ministero già il 26 settembre del 2012. L’ordinanza riporta le sue dichiarazioni, dove descrive in che modo l'Avelar Energy di Zurigo - riconducibile al gruppo Renova del magnate Viktor Vekselberg- si interessò all'azienda di Correggio, che all'epoca impiegava circa 160 dipendenti. Con un inciso. «Tengo a precisare - diceva Masselli al magistrato - che la situazione finanziaria della Kerself all'epoca del contatto era solida, tant'è che anche successivamente le banche ci incrementarono i fidi». Per provarlo, racconta che nel settembre del 2009 Masselli incontrò Alessandro Profumo, al tempo amministratore delegato di Unicredit. «Con il quale si è parlato dell'aumento dei fidi». Quattro anni dopo, quando Kerself già era diventata Aion Renewables Itd con sede a Milano e passata attraverso gli amministratori Giorgi e Coppola viene dichiarata fallita dal tribunale di Reggio.
GLI IMPIANTI. «All'inizio del 2009 - diceva Masselli al pm - cominciano le installazioni dei pannelli solari presso impianti siti in Puglia commissionati a società riconducibili al gruppo Avelar. Per la realizzazione servivano ingenti risorse finanziarie che sarebbero dovute essere garantite dal nuovo socio russo. Tuttavia, da subito fu chiaro che in realtà il capitale doveva essere anticipato dalla Kerself». Masselli parla di passaggi “strani”: come il fatto che «il committente riceveva indietro dei soldi dal commissionario». E’ quando Zenergetic Source Spa unicamente partecipata da Avelar ha preteso il pagamento di ingenti provvisioni dalla Kerself nonostante le società committenti fossero partecipate unicamente dalla medesima Energetic Source e gestite da Akhmeorv e Giorgi.
Per la Kerself è l'inizio del declino. Messelli dichiara che nel corso del 2009 il socio russo «veniva meno a quel ruolo di garante e fornitore di liquidità» e della sua affannosa ricerca di risorse alternative. Poi, la scoperta. «I pannelli solari importati dalla Cina vengono fatti successivamente passare come prodotti italiani marchiandoli Helios. In tale modo si ottiene una maggiorazione del contributo Gse nella misura del 10%. Tale contributo confluisce indirettamente nelle tasche della Avelar attraverso alcune società a essa riconducibili che di fatto gestiscono gli impianti».
FINTE ETICHETTE. Quello che scoprono le Fiamme gialle, dunque, è un doppio raggiro: perchè ci sono almeno 21 impianti fotovoltaici mai ultimati nonostante la documentazioni attesti di sì con l’obiettivo di intascarsi i contributi statali e perchè si procedere al sistematico cambio di etichetta sui pannelli made in China e fatti passare per italiani.
Nell’ordinanza ci sono numerosi scambi di e-mail dove si concorda come devono essere le etichette.
A essere indagati, oltre ai tre arrestati, sono anche Daniel Christinach lusseburghese di Brescia, i baresi Vito Losurdo e Sebastiano Maggi, i padovani Marco Bertoldo e Giuseppia Pilotto. In vista ci sono nuovi sequestri. E resta da vedere che peso avrà questa inchiesta nella procedura di fallimento di Kerself, tutt’ora in corso.