Riazzone coperta senza muovere i rifiuti
Scandiano: il progetto di chiusura definitiva della discarica prevede cinque strati. Preoccupazione per il viavai di camion
SCANDIANO. Un progetto di copertura definitivo e dall’impatto ambientale ridotto al minimo indispensabile, sia per gli odori che per il passaggio dei mezzi pesanti.
Sembra sempre più vicina la conclusione della storia della discarica di Rio Riazzone, inattiva dal 2008 e su cui si discute da anni per la sua chiusura finale, con la piantumazione dell’area collinare vicino a San Ruffino e al territorio di Castellarano. La pianificazione per l’intervento è stata presentata martedì sera a San Ruffino, il paese coinvolto maggiormente dalla discarica, in un incontro promosso dal comitato nato l’anno scorso, presieduto da Stefano Cigarini, e dal Comune di Scandiano.
Oltre a decine di abitanti della zona, hanno partecipato Cigarini, il sindaco Alessio Mammi e rappresentanti di Iren, che ha sempre gestito la struttura. Fra loro l’ingegnere Stefano Teneggi, il consulente Iren che ha seguito in prima battuta il progetto. L’assemblea, prevista a maggio e rinviata poi per la concomitanza con le elezioni amministrative, era molto attesa dai residenti, preoccupati dalle numerose ipotesi uscite fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 sulle modalità di copertura. Alla fine, è stata scelta quella a minor impatto ambientale, con l’utilizzo di materiali naturali o ad alto tasso ambientale, scartando ad esempio l’idea di usare i residui degli inceneritori.
Il piano coinvolgerà 70mila metri quadrati di superficie, e per essere completato, dovranno prima essere effettuate alcune acquisizioni di terreno, per poi ottenere le autorizzazioni necessarie dagli enti, locali e regionali, interessati.
Il sindaco Mammi ha garantito il massimo impegno per velocizzare i tempi, la speranza sarebbe quella di partire per fine settembre, molto dipenderà dalla rapidità del cammino burocratico. Già la prossima settimana inizieranno le prime azioni preliminari, una serie di carotaggi del terreno per programmare nel dettaglio l’intervento.
«Abbiamo scelto una modalità di intervento che non generi odori e “smuova” i rifiuti. Per creare la nuova area c’erano due strade: smuovere i rifiuti presenti per “pareggiare” la superficie o creare la superficie con nuovi strati. Muovendo i rifiuti ci sarebbero stati probabilmente odori, e un impatto più alto» ha spiegato Teneggi.
Via quindi a cinque strati di copertura, l’ultimo dei quali sarà di terriccio su cui verranno piantati degli alberi per completare il ripristino. Le cinque sezioni rispondono a criteri precisi di resistenza e di filtro dei liquidi, con dimensioni spesso imposte dalle normative ambientali. Dove sarà possibile usare materiale naturale, si cercherà di prelevarlo dal terreno a fianco di Ria Riazzone, ma almeno in un caso non sarà possibile, per il secondo strato dal fondo, che deve essere “granuloso”, per garantire il passaggio dell’acqua. Sabbia o ghiaia particolare, in pratica, e vicino a San Ruffino non se ne trova. Di conseguenza sarà necessario farla arrivare con i camion, e l’afflusso previsto è fra i 1800 e i 2000 mezzi per portare la quantità necessaria. Un dettaglio chiarito perché il transito dei mezzi pesanti, in questi decenni di vita della discarica, è sempre stato uno dei principali problemi per gli abitanti, assieme ai timori per il potenziale impatto ambientale.
Adriano Arati