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Da Reggio a Tokyo, il grande salto di Parenti

Da Reggio a Tokyo, il grande salto di Parenti

È il primo italiano ad essere ospitato nel centro culturale Bunkamura. Esporrà circa 40 opere

10 settembre 2014
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REGGIO EMILIA. Federico Fellini, Marlon Brando e James Dean sono solo alcuni dei grandi del cinema che rivivono nelle opere di David Parenti. E che sbarcano a Tokyo grazie all’arte di questo straordinario artista reggiano d’adozione, visto che ha vissuto per anni a Genova prima di trasferirsi a Reggio, città di cui è originaria la madre.

Dopo le ultime personali a Ferrara, Forlì, Pisa e Sermoneta, e mentre ne ha in preparazione altre il prossimo anno a Roma e a Parigi, David Parenti compie il grande balzo in Oriente inaugurando domani una mostra a Tokyo.

Luogo dell’esposizione è il centro culturale Bunkamura che quest’anno compie 25 anni, dotato oltre che di due gallerie d’arte, anche di un museo, di due sale cinematografiche e di due teatri.

Questa è la prima volta che la galleria ospita un artista italiano e, per Parenti, è sicuramente un onore. «È un effetto assai speciale immergersi in questo grande Paese che riesce ancora a mantenere ben salde le antiche tradizioni e dove allo stesso tempo è un attimo essere catapultati in uno spazio tecnologico all’avanguardia come pochi. Non posso che sentirmi onorato di esporre là la mia arte».

L’inaugurazione della mostra avverrà nell’ambito di una “serata italiana” dal momento che ci sarà anche la proiezione, nella sala cinematografica del palazzo, del film di Paolo Sorrentino “La grande bellezza” alla presenza del produttore e distributore del film per il mercato giapponese Lee Bong-Woo e dell’attore Masaya Kato, oltre che di altre personalità del settore cinematografico. «Sono concentrato ormai da anni sul mondo del cinema – prosegue Parenti, il cui esordio avvenne proprio con un ciclo su Pasolini, e che quest’arte ce l’ha nel sangue visto che suo padre lavorò come drammaturgo – In Giappone esporrò una quarantina di opere scelte tra i miei ultimi cicli dedicati a Federico Fellini (81/2 e altri sogni), a Marlon Brando e a James Dean (Rebels with a cause, variazione del titolo originale del film di Nicholas Ray noto in Italia come Gioventù bruciata)».

L’artista, con matita e tecniche miste su foglio, cartone e legno, si ispira a materiale fotografico quando realizza le sue opere, però evidenzia con cura i dettagli, rimarcandoli. Opere che non sono quindi solo esecuzioni, pur ammirevoli sul piano formale, ma sofferte e appassionate interpretazioni. A Tokyo Parenti presenterà inoltre delle grandi serigrafie su tela plastificata con successivi interventi. In ultimo si lascia andare a un desiderio: «Mi piacerebbe fare una mostra anche a Reggio».

Cristina Fabbri