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FABBRICO

Identificata la vittima del delitto con l'esame del Dna

Tiziano Soresina
Identificata la vittima del delitto con l'esame del Dna

Si tratta di un pakistano di 23 anni. E’ stato ucciso a coltellate poi sepolto dietro la Landini

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FABBRICO (Reggio Emilia). Sono indagini complicatissime, ma “qualcosa” sta emergendo sulla raccapricciante scoperta di un corpo in avanzato stato di decomposizione avvenuta casualmente il 14 maggio scorso nel campo di via Cascina.

C'è voluto il test del Dna ma anche lunghe analisi scientifiche (giunte a compimento solo pochi giorni or sono) per dare un volto certo al cadavere: si tratta di un pakistano di 23 anni, Vaqas Ahmed, giunto a Fabbrico nel dicembre scorso ed ospitato da amici finché, a metà febbraio, è svanito nel nulla.

La scomparsa era stata denunciata ai carabinieri il 14 febbraio, ma di questo giovane non si sarebbe più saputo nulla se tre mesi dopo – durante i lavori in quell’area rurale – la benna di un escavatore non fosse incappata in quei poveri resti scheletrici semicoperti da terriccio e vegetazione. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.9226213:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/reggio/cronaca/2014/05/15/news/cadavere-a-fabbrico-ucciso-e-sepolto-dietro-la-landini-1.9226213]]

Che il 23enne pakistano sia stato ucciso l’ha confermato il medico legale: è stato accoltellato (di certo alla pancia, ma i fendenti l’hanno colpito anche in altre parti del corpo) e l’assassinio sarebbe coincidente con il periodo della scomparsa, cioè nel febbraio scorso.

Da capire se il delitto è avenuto in quella zona lontana da occhi indiscreti, oppure se il cadavere sia stato portato lì successivamente, nella convinzione che non sarebbe mai stato trovato o perlomeno individuato in tempi non brevi.

Di Ahmed non si sa granché. Sul finire del 2013 era giunto a Fabbrico: è clandestino, ha però qualche appoggio nella Bassa, mentre la famiglia vive e lavora in Grecia, specificatamente ad Atene. Non risulta che nei tre mesi trascorsi a Fabbrico abbia trovato un lavoro, viene descritto da chi l’ha conosciuto come «un bravo ragazzo, non certo un delinquente», però ha fatto una brutta fine che i carabinieri – coordinati in questa difficile inchiesta dal sostituto procuratore Giacomo Forte – ritengono collegata a “qualcosa” accaduto nell’ambito della comunità pakistana. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.9960991:Video:https://video.gelocal.it/gazzettadireggio/locale/ritrovato-un-cadavere-a-fabbrico-non-si-esclude-l-omicidio/29249/29314]]

Per l’identificazione il test del Dna (la comparazione è stata fatta con quello raccolto da alcuni parenti), anche perché è risultato impossibile per il medico legale – l’autopsia è stata effettuata a Bologna – rilevare le impronte digitali su quei resti scheletrici.

Solo pochi giorni or sono la procura ha concesso il nulla-osta per i funerali del 23enne, ma con dei vincoli: la salma non potrà essere cremata e la sepoltura dovrà avvenire in Italia e non in Pakistan, perché nella prosecuzione delle indagini potrebbe essere necessaria la riesumazione del cadavere. Una sepoltura che, comunque, non è ancora avvenuta e la salma resta in una cella frigorifera dell’obitorio.

[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.9960993:Video:https://video.gelocal.it/gazzettadireggio/locale/cadavere-a-fabbrico-difficile-riconoscere-se-e-maschio-o-femmina/29250/29315]]

I genitori del 23enne sono in contatto con alcuni familiari presenti in Italia e chiedono a gran voce giustizia, non riuscendo a trovare una motivazione plausibile per l’orrenda fine del figlio. Al momento si indaga per omicidio e l’accusa è contro ignoti.
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