Gazzetta di Reggio

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Il cambio dall’Imu alla Tasi penalizza i reggiani

Il cambio dall’Imu alla Tasi penalizza i reggiani

Secondo il calcolo fatto dalla Cgia di Mestre che ha confrontato 79 capoluoghi Reggio si pone a metà classifica: a rimetterci sono soprattutto le famiglie con figli

20 settembre 2014
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REGGIO EMILIA. I reggiani sono fra i cittadini che ci rimettono generalmente nel passaggio dall'Imu alla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili che, per quanto riguarda le prime case, sostituisce di fatto l'Imposta municipale unica. Una famiglia con un figlio convivente in un'abitazione di tipo civile, infatti, spende quest'anno sette euro in più. Invece un nucleo familiare senza figli ne paga 23 in meno. Il calcolo è stato fatto dall'associazione artigiana Cgia di Mestre nell'ambito di uno studio che ha messo a confronto le aliquote della Tasi deliberate da 97 capoluoghi di provincia italiani, effettuando i conteggi sulla base delle rendite catastali medie delle abitazioni civili di ciascun comune. Ne è uscita una graduatoria che vede Reggio collocata esattamente a metà, al 47esimo posto, in ordine di imposizione.

Fra le città dell'Emilia Romagna le famiglie con figli sono più salassate soltanto a Piacenza, Bologna e Ferrara. Piacenza, 25esima nella classifica nazionale, subisce un rincaro di ben 59 euro, il capoluogo regionale (31esimo) di 48 euro, Ferrara (33esima) di 45. All'estremo opposto è piazzata Forlì, dove una famiglia con prole risparmia 139 euro. Ma ci guadagnano anche Parma, dove si pagano 43 euro in meno, Modena (meno 41), Ravenna (meno 24) e Rimini (meno 14). Le più penalizzate, dunque, sono le coppie giovani, che hanno figli a carico. Gli anziani generalmente arrivano a pagare cifre più basse con la nuova imposizione. Nella nostra regione, infatti, i nuclei familiari senza prole convivente con la Tasi pagano quasi ovunque cifre più basse rispetto all'Imu. Soltanto a Piacenza vanno incontro a un modesto aggravio, due euro in più. Reggio, che gode di una riduzione di 23 euro, è in buona compagnia. Forlì prevale anche in questa classifica, spuntando un risparmio di ben 189 euro. Le cose, però, vanno meglio anche a Parma, dove le coppie senza figli spendono 93 euro in meno, a Rimini (meno 64), Modena (meno 41), Ravenna (meno 24), Ferrara (meno 5) e Bologna (meno 2). Sarebbe azzardato, peraltro, consolarsi con queste cifre. «Se teniamo conto - dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - che nel 2013 la quasi totalità degli italiani non ha pagato l'Imu sulla prima casa, gli importi previsti dal nuovo tributo sui servizi indivisibili per l'anno in corso rischiano comunque di mettere in seria difficoltà non poche famiglie, soprattutto quelle meno abbienti». (l.s.)