Gazzetta di Reggio

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Il prete-eroe riposa nel sacrario

Luca Tondelli
Il prete-eroe riposa nel sacrario

Toano: le spoglie del partigiano don Domenico Orlandini verranno portate a Ca’ Marastoni

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TOANO. Attesa e commozione crescente accompagnano l’avvicinamento alla traslazione dei resti di don Domenico Orlandini, organizzato dalle associazioni partigiane Alpi-Apc insieme ai Comuni di Toano e Villa Minozzo, e che si terrà come annunciato venerdì prossimo.

I resti mortali del parroco combattente saranno trasferiti dalla tomba di Pianzano di Carpineti, dove il sacerdote fu sepolto nel locale cimitero in occasione della sua morte il 18 ottobre 1977, all’interno del sacrario delle Fiamme Verdi a Ca’ Marastoni, complesso edificato nel 1971 e completamente restaurato nel 2008, che sorge sul luogo dove il 1 aprile del 1945 proprio le Fiamme Verdi, insieme al battaglione alleato con paracadutisti inglesi e partigiani russi, sconfissero le forze tedesche affiancate dai soldati della Rsi.

Il programma della giornata di ricordo e tributo a don Domenico, protagonista della Resistenza cattolica in Appennino, prevede il ritrovo sul sagrato antistante la cappella del sacrario alle 16 del pomeriggio, alle 16.30 la messa celebrata dall’arcivescovo e ordinario militare per l’Italia monsignor Santo Marcianò, e a seguire i saluti dei sindaci di Toano (Vincenzo Volpi), di Villa Minozzo (Luigi Fiocchi) e del presidente dell’Alpi-Apc (Danilo Morini). Don Orlandini è stato uno dei pochi sacerdoti cattolici che, ignorando le regole canoniche, abbiano impugnato le armi contro i nazifascisti. Non a caso era amico di don Pasquino Borghi, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Don Domenico era parroco a Poiano di Villa Minozzo quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre, si adoperò per il salvataggio di moltissimi prigionieri di guerra alleati, in contatto con i servizi segreti inglesi.
Nella primavera del 1944, paracadutato sull’Appennino reggiano, organizzò i collegamenti tra partigiani e alleati. Ebbe un ruolo importante nel rimarcare la distanza ideologica tra i suoi partigiani, le Fiamme Verdi, e quelli delle Brigate Garibaldi, ma lo stesso Cln fece confluire nelle Fiamme Verdi (che divennero così 284esima Brigata Fiamme Verdi) forti contingenti di combattenti senza discriminazioni partitiche. Dopo la Liberazione, don Orlandini fu decorato dagli inglesi con la “Victoria Cross”.