Gazzetta di Reggio

Reggio

il caso alla pulce

Droga nella cella di due detenuti

Droga nella cella di due detenuti

Quando sono stati scoperti hanno aggredito gli agenti penitenziari

2 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. La droga (si parla di hascisc) che spunta tra le suppellettili di una cella. L’intervento della polizia penitenziaria per sequestrarla, la decisione di rinchiudere i due detenuti tunisini dentro alla cella – nel carcere di Reggio da qualche tempo le celle sono aperte e i detenuti possono circolare liberamente dalle 8.30 alle 20.30 – e poi la reazione violenta dei due: con minacce personali e il lancio di oggetti contro gli agenti.

E’ quanto avvenuto alla Pulce lunedì sera. Un episodio che il sindacato Sappe denuncia con forza chiedendo espressamente alla direzione della casa circondariale provvedimenti, compreso l’immediato trasferimento dei due. Mentre torna d’attualità la protesta contro le celle aperte.

«Il sistema di video sorveglianza non c’è. Questo ci impedisce di poter controllare quello che succede all’interno dei reparti ora che le celle vengono lasciate aperte – spiega Michele Malorni, segretario del Sappe – E le telecamere non ci sono perché sono state tagliate le risorse, al punto che qualche giorno fa non c’era nemmeno più carta igienica: né per gli agenti, né per i detenuti». Il risultato delle celle aperte, secondo quanto riferisce Malorni, è che i detenuti si ghettizzano, si creano gruppetti, certi detenuti ne approfittano per porsi in una condizione di supremazia rispetto agli altri. E per gli agenti entrare a controllare non è facile.

«La prova è quello che è accaduto – fa notare – Noi chiediamo che il beneficio della cella aperta non venga concesso ha chi ha già creato problemi, rendendo pericoloso anche fare il nostro lavoro».

I due tunisini sono stati denunciati per resistenza, minacce ai danni degli agenti e danneggiamento alla cella. Ma il sindacato ha già chiesto che vengano trasferiti in un altro carcere. (el.pe)

©RIPRODUZIONE RISERVATA