Gazzetta di Reggio

Reggio

Le forze dell’ordine protestano in coro contro i nuovi tagli

di Elisa Pederzoli
Le forze dell’ordine protestano in coro contro i nuovi tagli

Anche a Reggio ieri “astensione dal servizio” «Subito un dipartimento unico e lo sblocco dei salari»

24 settembre 2014
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REGGIO EMILIA. Non uno sciopero – per le forze di polizia non è previsto – ma una mobilitazione importante, con “astensione dal servizio”, per rivendicare i propri diritti: lo sblocco del tetto salariale e il rinnovo del contratto.

E’ la mobilitazione che ieri ha interessato i sindacati del Consulta Sicurezza – Sap, Sappe, Sapaf, Conapo – a livello nazionale: l’adesione è stata del 60%, con oltre 700 assemble organizzate. Reggio non ha fatto eccezione.

Qui dalle 11 alle 14 gli uomini e le donne della questura, del Corpo forestale e della Penitenziaria si sono riuniti in assemblea sindacale. I colleghi dei vigili del fuoco invece, dalle 9 alle 11, sono stati regolarmente in servizio, ma solo per le emergenze: niente uscite, dunque, per taglio di rami, invasione di vespe, aperture porte.

L’iniziativa è mossa da richieste ben precise.

«Per dire basta al blocco del tetto salariale e ai mancati rinnovi contrattuali, per dimostrare che gli operatori delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e le loro famiglie sono allo stremo e le condizioni di servizio attuali non sono più accettabili; per una riforma seria del comporto sicurezza e soccorso pubblico» si legge sul volantino.

Con una controproposta. «Quella di accorpare i due dipartimento di pubblica sicurezza e soccorso pubblico – evidenzia Mattia Scarpa del Conapo – In virtù di questo accorpamento ci sarebbe un risparmio di 700-800 milioni di euro. Noi diciamo: metà vanno ridati ai cittadini, l’altra metà che sia utilizzata per lo sblocco dei contratti e del tetto salariale, nonché per il mantenimento delle caserme».

Lo ribadisce anche Michele Malorni del Sappe: «Non chiediamo un aumento dello stipendio, che per altro è fermo al 2009. Ma una riforma dell’apparto sicurezza. E che il confronto sia con i tecnici della polizia, che indossano ogni giorno una divisa. Ben vengano gli 80 euro che il governo dà a certe categoria, ma non devono impedire poi il rinnovo dei nostri contratti. Così come non è giusto dare 45 euro al giorno al clandestini: in un mese sono 1050 euro, poco meno di quanto prende un agente in servizio in un reparto detentivo».

Una prima risposta da parte del governo c’è stata. «Il premier Matteo Renzi ci ha convocati a Roma per il 7 ottobre. E’ una vittoria della Consulta Sicurezza, le altre sigle non si sono mosse – fa notare Giulio Moretti del Sap – Noi andremo avanti fino a che non vedremo qualcosa di scritto. Per il momento permane lo stato di agitazione. La gente deve capire che comprendiamo il periodo di crisi, ma per noi la situazione è sempre più difficile».

Nell’iniziativa è stata coinvolta anche l’Avis. I sindacati dicono: «Ci tolgono il sangue: meglio donarlo». Per questo, si sono resi disponibili a donarlo al centro trasfusionale negli ambulatori dell’Arcispedale.

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