Un progetto per affidare ai giovani i terreni non coltivati
CASTELNOVO MONTI. Tra le iniziative in preparazione della Fiera di San Michele, ha grande importanza il convegno in programma oggi alle 20.30 nella sala del consiglio comunale. Il tema della...
CASTELNOVO MONTI. Tra le iniziative in preparazione della Fiera di San Michele, ha grande importanza il convegno in programma oggi alle 20.30 nella sala del consiglio comunale. Il tema della serata sarà “Dar valore alla terra: ritorno al futuro”. Al centro del dibattito l’interessante progetto avviato dalla Regione Toscana per il censimento dei terreni lasciati incolti in Appennino, sia privati che del demanio, così da poter arrivare ad un recupero, anche attraverso l’avvio di start-up giovanili.
Interverranno il sindaco di Castelnovo, Enrico Bini; Fausto Giovanelli, presidente del parco nazionale; Loris Rossetti, consigliere della Regione Toscana e relatore del progetto di legge; Marco Barbieri, consigliere della Regione Emilia Romagna; Marino Zani, presidente del Consorzio di bonifica Emilia Centrale.
La legge è stata recentemente illustrata nell’ambito della commissione Agricoltura della Regione Toscana, presieduta proprio da Rossetti. Il provvedimento reintroduce la disciplina del riutilizzo dei terreni abbandonati o incolti, già contenuta in una precedente legge del 1979, poi abrogata nel 2009. Spiega Rossetti: «La modifica che abbiamo proposto risponde all’esigenza di inserire nel più ampio progetto della Banca della Terra anche i terreni che saranno censiti come abbandonati o incolti che, assieme a quelli del patrimonio agricolo e forestale regionale o ai terreni resi disponibili da altri soggetti pubblici e privati, potranno essere messi a disposizione dell’imprenditoria privata o di cooperative. Lo scopo è ovviamente di provare a creare le condizioni per nuova occupazione ed in via prioritaria favorire i giovani con età inferiore ai 40 anni».
Il progetto si propone di censire migliaia di ettari di campi lasciati a gerbido o ai rovi, per metterli poi a disposizione a canoni concordati e con sussidi ad agricoltori. Un progetto, di cui ora si valuta la proposizione anche in Emilia Romagna, che avrebbe ricadute non solo sull’occupazione, ma anche per incrementare i livelli di sicurezza idraulica e idrogeologica del territorio. La proposta toscana prevede, una volta effettuato il censimento dei terreni, l’assegnazione con priorità ai coltivatori diretti più giovani e il canone d'affitto equo stabilito dall'ente. In caso di campi di privati, il prezzo potrà essere negoziato tra le parti. (l.t.)