Clan Silipo, dal gip arriva il “no” a due scarcerazioni
REGGIO EMILIA. Due istanze rigettate. Una terza, invece, ancora in itinere. È quanto deciso dal gip Antonella Pini Bentivoglio rispetto alle richieste di scarcerazione avanzate dai familiari dell’impr...
REGGIO EMILIA. Due istanze rigettate. Una terza, invece, ancora in itinere. È quanto deciso dal gip Antonella Pini Bentivoglio rispetto alle richieste di scarcerazione avanzate dai familiari dell’imprenditore edile cutrese Antonio Silipo, finiti in manette lo scorso 17 settembre con l’accusa di aver condotto gli affari del “boss” mentre era rinchiuso in carcere a Parma, dove si trova tuttora, gestendo per suo conto il racket di usura. A finire in manette, Francesco e Luigi Silipo, rispettivamente figlio e fratello dell’imprenditore cutrese, dopo l’arresto trasportati subito in carcere. Detenzione domiciliare, invece, per la figlia Floriana. Provvedimenti rispetto ai quali i loro avvocati difensori, i legali Luca Mistrorigo e Giovanni Tarquini, hanno presentato richiesta di scarcerazione. Richieste rigettate per Floriana e Francesco, che ora proporranno istanza di riesame al tribunale della libertà di Bologna. Per quanto riguarda invece Francesco Silipo, sono in corso ulteriori approfondimenti. Lo stesso Francesco Silipo, in sede di interrogatorio di garanzia, aveva reso dichiarazioni spontanee, affermando che il 16 aprile scorso non era con lo zio quando per la procura avvenne il contatto per mettere sotto pressione un imprenditore “cravattato” e sollecitargli il pagamento.
Floriana Silipo, invece, aveva detto d’essere estranea a quanto le viene contestato, cioè concorso in usura, negando ogni addebito al pari di Luigi Silipo. Al termine degli interrogatori l’avvocato Mistrorigo aveva chiesto la scarcerazione per Floriana Silipo e la revoca o una misura restrittiva diversa per i due indagati finiti in cella. (e.spa.)