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Residenze fittizie, ogni anno “spariscono” mille stranieri

di Massimo Sesena
Residenze fittizie, ogni anno “spariscono” mille stranieri

Reggio Emilia: dopo essersi registrati con un domicilio e aver ottenuto il permesso di soggiorno gli extracomunitari diventano irreperibili

25 settembre 2014
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REGGIO EMILIA. Magari, quando il vigile urbano bussa alla porta, gli aprono e gli offrono pure il caffè. Ma subito dopo, con il permesso di soggiorno in tasca, proprio grazie alla residenza certificata dal messo comunale, spariscono nel nulla, diventando invisibili. O, se preferite, irreperibili per l’anagrafe. Ogni anno, a Reggio, sono circa un migliaio gli stranieri che, da un giorno all’altro, diventano dei veri fantasmi. Almeno per il Comune. Il caso di via Bligny, recentemente venuto alla luce dopo il blitz della polizia in una palazzina dove risultavano molti più residenti di quelli che effettivamente abitavano in quegli appartamenti nella zona di Santa Croce, riporta alla luce il tema delle residenze fittizie come strumento per ottenere il permesso di soggiorno.

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«Il fenomeno - spiega il dirigente del servizio anagrafe del Comune, Alberto Bevilacqua - non è esploso in questi anni. Da un po’ di tempo, infatti, registriamo questo trend: circa un migliaio di stranieri all’anno che diventano irreperibili. I servizi del Comune lo scoprono quando devono notificare a queste persone degli anni, si va dalla semplice multa ad altre comunicazioni. A volte invece è lo stesso proprietario che scopre che il suo affittuario non abita più lì».

Invero, il caso di via Bligny rischia di porre l’accento su un tema, quello dei controlli che pure vengono eseguiti, come sottolinea il dirigente del Comune. «A volte capita che si riesca a intervenire preventivamente, quando ci accorgiamo che per uno stesso numero civico riceviamo un numero eccessivo di richieste di residenza. Il caso di via Bligny non era comunque in questa casistica».

I controlli peraltro non si limitano alla questione della residenza. Anche il settore dell’edilizia privata interviene, ma soltanto per verificare che l’immobile in cui è stata comunicata la residenza sia effettivamente atto a viverci. «Nella zona della Stazione - spiega ancora il dirigente dell’Anagrafe comunale - è capitato che i controlli dell’edilizia riscontrassero che un immobile adibito a uso commerciale fosse stato trasformato in un appartamento».

Il paradosso di una situazione come quella appena descritta è che una volta verificato che una persona o un nucleo familiare “risiedono” in uno scantinato, in un garage o in un negozio, nessuno può cacciarli. «La normativa si rifà sempre al proprietario dell’immobile che può incorrere in sanzioni amministrative o, dove è possibile, può essere obbligato a rendere abitabile il proprio immobile».

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IL CASO. Condizioni igieniche precarie. E, soprattutto, quarantasei persone “racchiuse” in appena tre appartamenti. È quanto portato alla luce dagli uomini del posto di polizia di via Turri durante alcuni controlli in un condominio di via Ruscelloni. Un edificio con cinque interni, tre dei quali adibiti a veri dormitori per cittadini di origine cinese. In un interno, risultavano 26 residenti; in un altro, invece, i residenti erano cinque; nel terzo, infine, diciassette.

Negli appartamenti erano stati eseguiti anche lavori per sistemare tutti gli “ospiti” del dormitorio: tranne bagno e cucina, tutti i vani erano stati adibiti a posti letto, in un pessimo contesto igienico-sanitario e con un'impiantistica precaria dal punto di vista della sicurezza. Interventi che ora saranno inoltrati anche agli uffici competenti del Comune per riscontrare tutte le irregolarità presenti.

Durante il blitz, in un appartamento erano presenti dieci persone, anche se i posti letto erano molti di più. Tutti questi inquilini erano di nazionalità cinese. Sono in corso, da parte degli agenti, ulteriori attività di indagine per valutare la regolarità dei contratti di locazione. Ma quello negli appartamenti non è stato l’unico intervento della polizia nella zona stazione. Durante i controlli veniva fermata infatti una cittadina di origine cinese mentre si prostituiva in strada. Già nota alle forze dell’ordine, è stata accompagnato al Cie di Roma. Stesso provvedimento per una donna di nazionalità sudamericana.

Dalla Questura ricordano che nel posto di polizia di via Turri sono già in vigore i nuovi orari: per ricevere segnalazioni da parte dei cittadini, gli agenti saranno all’interno del presidio dalle 9 alle 10 e dalle 15 alle 16, mentre nelle altre ore della giornata vi sarà una presenza dedicata in tutta la zona della stazione storica.

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