Vigilanza notturna contro i pirati del Po
Gualtieri: la proposta di Manghi al summit sul grande fiume. I pescatori: «C’è più sorveglianza di giorno, ma non basta»
GUALTIERI. Il contrasto ai “pirati del Po” deve partire innanzitutto a livello normativo. Vanno quindi messe in campo nuove leggi e nuovi provvedimenti per contrastare la pesca di frodo e l’abusivismo che, purtroppo, oggi, imperano lungo il grande fiume.
C’è stata una forte presa di consapevolezza da parte delle istituzioni nel corso del summit che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri in comune a Gualtieri, dove una folta rappresentanza di pescatori, guardiapesca e guardie ecologiche volontarie si sono incontrati con una delegazione dei sindaci dell’Unione Bassa Reggiana.
A fare gli onori di casa il sindaco Renzo Bergamini, che ha voluto dare un seguito all’assemblea che si era svolta poche settimane fa e che desiderava fare il punto dopo i primi interventi messi in campo. Insieme a lui, il presidente dell’Unione Giammaria Manghi (anche sindaco di Poviglio) e i sindaci di Boretto, Luzzara e Reggiolo, ovvero Massimo Gazza, Andrea Costa e Roberto Angeli. Il punto cruciale degli sfoghi dei circa venti pescatori presenti è la totale libertà nella quale si trovano a operare i cosiddetti “predoni”, che pescano in barba alle normative vigenti nel tratto di Po che va da Brescello a Luzzara e si estende anche alle altre province rivierasche.
È piuttosto risaputo, come hanno ribadito i presenti, che si tratta per lo più di ex militari dei paesi dell’est Europa (anche se il fenomeno pare essersi esteso anche ai cinesi, seppur in misura minore) che utilizzano metodi illegali come la pesca con le reti e con l’elettrostorditore, tanto devastanti da aver impoverito la fauna fluviale. Il problema maggiore è dato dal fatto che queste bande operano esclusivamente di notte, quando il fiume non viene presidiato e dunque possono permettersi di prelevare siluri e altri pesci in quantità abbondante. Rispetto all’ultima riunione i pescatori si sono anche detti soddisfatti per aver visto attuati alcuni controlli nelle ore del giorno, pur nella consapevolezza che per contrastare il fenomeno servono mezzi più ingenti. «Ci rendiamo conto – ha spiegato Manghi – che diventa basilare riuscire a convogliare le risorse disponibili nelle ore notturne. Oggi come oggi, però, sia le forze dell’ordine che i Comuni stessi hanno evidenti carenze di personale. Qui nella Bassa esiste l’intenzione di ampliare il raggio d’azione territoriale della polizia municipale: dopo l’elezione della nuova Provincia sarà possibile avere il quadro un po’ più chiaro. Da parte dell’Unione c’è tutta la volontà di approfondire questo tema».
Anche Costa ha ribadito importanti concetti: «Davanti a problemi di questo tipo serve una risposta dello Stato, in quanto il Po è diventato terra di nessuno. E poi è basilare anche il ruolo dei pescatori, i più adatti per effettuare le segnalazioni di queste anomalie. Ma altrettanto importante è che nessuno metta a rischio la propria incolumità, evitando di entrare in contatto con questi soggetti pericolosi».
Andrea Vaccari