Ceramiche, comparto tra luci e ombre
I colossi rilanciano con investimenti. Il sindacato: «Il settore tiene, ma mancano le certezze per l’occupazione futura»
SCANDIANO. Un comparto che prova a reggere e punta sull’estero per rilanciarsi, ma che fatica a garantire stabilità occupazionale sul medio periodo. Non è un momento facile per il settore ceramico, anche nel territorio reggiano, benché sembri passata l’ondata più dura, a cavallo del decennio, con chiusure a raffica e un altissimo numero di dipendenti finiti in cassa integrazione e in mobilità. Senza contare le decine di negozi, di artigiani, di piccole aziende legate all’indotto produttivo e della ristorazione, che dopo la mazzata della crisi negativa sono stati costretti a chiudere.
Oggi, nel giorno in cui si chiude il Cersaie 2014, mancano ancora numeri precisi sull’annata in corso, ma un primo ritratto è possibile. Con sprazzi di luce – per quanto riguarda l’esportazione, figlia soprattutto della riorganizzazione produttiva e commerciale dei grandi colossi del settore, quelli che hanno tenuto botta nel momento peggiore e oggi rilanciano investimenti e tentativi di espansione – ma anche oscurità preoccupanti per il futuro, soprattutto per i lavoratori, come spiega Vittorio Venezia, responsabile provinciale della Filctem, il sindacato di categoria della Cgil.
«Ancora non ci sono i dati precisi. Da una prima analisi, però, si può dire che il settore sta tenendo, in questo anno, anche nel territorio reggiano. E lo fa puntando principalmente all’esportazione verso l’estero, perché il mercato italiano rimane fermo. Va riconosciuto, soprattutto ai grandi gruppi, di aver lavorato bene per conquistare mercato estero e per stabilizzare la produzione – prosegue Venezia – ma anche i lavoratori la loro parte l’hanno fatta, eccome. La prima richiesta, per far fronte alle esigenze, è la flessibilità, e i lavoratori del comparto si sono impegnati, hanno accettato sacrifici e cambiamenti».
Rimane comunque un problema di stabilità. «Nonostante questi numeri non negativi, il dato per l’occupazione è comunque negativo; ci sono problemi che ancora non si riescono a fermare del tutto. Più precisamente, parlerei di difficoltà per la stabilità occupazionale. E’ difficile avere certezze, avere garanzie per il futuro, e questo è ovviamente una problema per tantissime persone». Anche perché, pure a livello di ammortizzatori sociali, le notizie nazionali non sono positive, soprattutto per gli anni prossimi. «Sembra che uno stanziamento di fondi del governo sia arrivato, e il 2014 dovrebbe essere coperto completamente o quasi. Ma gli anni futuri per ora rimangono senza certezze», dice Venezia. In generale, «si cerca di far fronte alla situazione, sia da parte dalle aziende che dei lavoratori». Anche se i casi difficoltosi non mancano, ultimo quello della storica ceramica scandianese Majorca, chiusa da maggio e in attesa di una risposta definitiva sulla proposta di concordato preventivo presentato a luglio. «Queste sono situazioni molto difficili, perché coinvolgono tante persone e perché si fatica a capire bene la situazione, e dobbiamo cercare di affrontarle al meglio. Purtroppo, questi casi non mancano, nemmeno nel Reggiano».
Adriano Arati
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