Ecco le Ex Reggiane, dalla memoria verso l’innovazione
Il sindaco Luca Vecchi e il progetto per le Ex Reggiane «il Tecnopolo farà rivivere i vecchi capannoni»
DALLA PRIMA PAGINA
riqualificazione di pregio per ospitare il Tecnopolo, luogo di ricerca applicata e trasferimento tecnologico alle imprese, di cui le aziende del territorio, soprattutto quelle piccole e medio-piccole, hanno bisogno per fare un salto di qualità, consolidarsi, magari ingrandirsi e creare lavoro. E' il primo Tecnopolo realizzato e attivato fra quelli previsti dalla Rete Alta Tecnologia dell'Emilia-Romagna, con un investimento per la riqualificazione di 5,5 milioni di euro di Comune e Regione, e un investimento iniziale per i programmi di ricerca di 10,6 milioni di euro. A regime, una novantina i ricercatori impegnati. Dentro, i centri di ricerca in competenze distintive del territorio, affermate e con nuove possibilità di sviluppo, come Meccanica e Meccatronica, Agro-Alimentare, Energie rinnovabili e Sostenibilità in edilizia; le sedi di Rei gestore del Portale di accesso alla Rete, i laboratori dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, di Crpa-Lab, del Fab-Lab.
Vediamo e ci viene incontro un glorioso passato, la culla dell'economia industriale e dell'innovazione tecnologica nella storia di Reggio Emilia, con le sue vicende e sacrifici di lavoro, di lotte operaie, di traversie familiari, di liberazione dall'odioso regime fascista, di grandi progetti e produzioni nei campi più diversi della meccanica, dal ferroviario all'aeronautico, dai trattori ai congegni per siluri, dalle macchine utensili alle gru per i porti di mezzo mondo... Con l'intelligenza dei progettisti, la cultura del lavoro, la sapienza specialistica e le braccia di 5.000 e fino a 11.000 operai nel periodo di massima espansione degli anni Quaranta, quando le Reggiane erano la quarta fabbrica italiana per occupazione e produzione, dopo Fiat, Breda e Ansaldo.
E mentre facciamo memoria di questo passato incancellabile, già siamo in un futuro, rappresentato ora dal Tecnopolo, che è realtà: cultura sociale, sapere tecnologico diffuso, economia nuova, legati da un filo rosso che si dipana senza soluzione di continuità tra passato, presente e futuro. Futuro, perché si sviluppa in nuove articolazioni il progetto di innovazione, che è anche un progetto di riqualificazione di edifici e di rigenerazione urbana a tutto beneficio del quartiere di Santa Croce e dei suoi abitanti. Mentre si custodisce gelosamente questa irrinunciabile memoria, dandole nuova dignità - grazie all'attenzione della Sovrintendenza regionale ai Beni archivistici, all'impegno di Istoreco e delle Istituzioni culturali comunali, che hanno portato in salvo dal passato carte e progetti di eccezionale valore, con il contributo di Iren - il progetto per l'area Reggiane condiviso dal Comune con la città si proietta nella costruzione del Parco dell'innovazione, conoscenza e creatività. Riunite in una partnership privata, più di 20 società vocate all'innovazione, capofila Iren Rinnovabili, realizzeranno la riqualificazione dei Capannoni 17 e 18, attigui al 19, per aprirvi le loro sedi e attivarvi start-up d'impresa e dare ulteriore consistenza al Parco dell'innovazione. Il meccanismo è quello, consolidato a Reggio Emilia, della collaborazione, dell'incrocio tra progetti e nuovi investimenti pubblici e privati, che in questa nuova tranche dell'area Reggiane ammontano a 28 milioni di euro. All’acquisizione e riqualificazione dei Capannoni 17 e 18 da parte di società private si associa l'intervento pubblico, finanziato dal governo attraverso il Piano nazionale città e dalla Regione, per la riqualificazione e riapertura del tratto storico di viale Ramazzini e la riqualificazione del piazzale Europa, che diverrà una vera e propria piazza del Parco dell'innovazione e del quartiere Santa Croce. Il Parco è destinato a ospitare anche un grande polo culturale, vocato alla conservazione e alla valorizzazione dell'Archivio storico delle Reggiane: uno spazio dedicato alla memoria e alla storia della manifattura reggiana, in cui si possano leggere gli elementi di quell'incontro virtuoso tra sapere operaio e intraprendenza imprenditoriale, che ha contribuito al benessere diffuso, progressivamente costruito nell'Emilia del Novecento.
Un Parco dell'innovazione di cui, oltre al Tecnopolo, è già parte il Centro internazionale dell'infanzia, rappresentante la principale competenza distintiva di Reggio Emilia, l'educazione, il "Reggio Emilia Approach" celebre nel mondo: un'esperienza che a sua volta affonda le proprie radici da una parte nel pensiero di Loris Malaguzzi e dall'altra in una storia di capitale sociale, di protagonismo civico e cura della persona fin dall'infanzia che fanno della nostra, come ha detto Howard Gardner, una "comunità etica".
Un progetto ambizioso, che suscita partecipazione e dimostra di saper attrarre risorse e che non vogliamo si fermi a questi pur importanti risultati: per questo è un progetto aperto a nuovi investimenti coerenti con la vocazione di innovazione e lavoro dell'area Reggiane, parte di quell'Area vasta di cui la vicina stazione Av Mediopadana è baricentro di grandi potenzialità. Non un semplice progetto urbanistico, ma prima di tutto un progetto culturale per la sua forza evocativa, per la sua coerenza storica e per la sua capacità di interpretare una nuova idea di città. Un progetto calato nella memoria e nella coscienza collettiva della comunità e fortemente orientato a una scommessa che riguarda noi tutti: guardare oltre quel muro e saper vedere, come fecero i nostri progenitori, tra quei tetti e quelle pareti di gloriosi capannoni, il nostro futuro, la nostra speranza di comunità.
Luca Vecchi
SINDACO DI REGGIO EMILIA
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