Gazzetta di Reggio

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la mobilitazione fiom

Primi scioperi dei metalmeccanici contro il Jobs Act

REGGIO EMILIA. Saranno anche (a tratti) in sintonia, Matteo Renzi e il leader della Fiom Maurizio Landini, ma i metalmeccanici della Cgil, sul Jobs Act, stanno esprimendo tutta la loro contrarietà....

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REGGIO EMILIA. Saranno anche (a tratti) in sintonia, Matteo Renzi e il leader della Fiom Maurizio Landini, ma i metalmeccanici della Cgil, sul Jobs Act, stanno esprimendo tutta la loro contrarietà. «L'ipotesi di decreto del Governo Renzi - dice la Fiom reggiana - non darà un solo posto di lavoro in più, porterà anzi ad una ulteriore precarizzazione nel mercato del lavoro e ad un peggioramento delle già difficili condizioni dei lavoratori». Per questo «negli ultimi giorni sono avvenute fermate di una o due ore in diverse aziende metalmeccaniche della provincia di Reggio contro la manovra che il Governo Renzi ha delineato in materia di lavoro».Tra le più importanti vi sono i tre stabilimenti di Fabbrico, S. Martino in Rio e Luzzara del gruppo Argo Tractors, i due stabilimenti di Montecchio e Campegine del gruppo Ardagh, la Comer, la Smeg, la Sicam Bosch, la Snap-On Equipment, la Dieci, la Carpenfer, la Lodi, oltre a diverse altre medie e piccole imprese.

«Questa protesta - dice la nota - accompagnata da scioperi con assemblee e comunicati delle Rsu, evidenzia l'assoluta contrarietà dei lavoratori ad un decreto che stravolge lo Statuto dei Lavoratori, intaccandone fortemente la tutela dei diritti con la cancellazione della reintegra in caso di licenziamento senza giusta causa, la possibilità di demansionamento ed il controllo a distanza. Assurda in questa fase è anche l'idea di forte ridimensionamento della Cassa Integrazione, in particolare riguardo ai processi di crisi più complessi.

Dai lavoratori e dalle loro rappresentanze avanza una richiesta di mobilitazione generale, per respingere questo ennesimo e profondo attacco portato dal Governo che pretende, in modo autoritario e senza alcuno spazio al confronto sui problemi reali, fare pagare ancora una volta la crisi ai lavoratori.