Gazzetta di Reggio

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Brogli, il Pd chiederà i danni a Drammis

Brogli, il Pd chiederà i danni a Drammis

Dopo le novità sull’indagine, da via Gandhi fanno quadrato attorno a Scarpino e Rivetti: «Noi siamo parte lesa»

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REGGIO EMILIA. «Il Pd è pronto a costituirsi parte lesa». Il giorno dopo la svolta sui presunti brogli delle scorse elezioni amministrative, da via Gandhi tornano alla carica nei confronti di Pietro Drammis, unico indagato per la manomissione di 31 schede elettorali, alle quali secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Isabella Chiesi avrebbe aggiunto tra le preferenze i nomi di Salvatore Scarpino e di Teresa Rivetti, entrambi poi eletti in Sala Tricolore. Una svolta avvenuta anche sulla base di comparazioni grafologiche, arrivate a distanza di quattro mesi dalla segnalazione partita dal M5S, che aveva denunciato irregolarità ai seggi 7 e il 149. Per quest’ultimo seggio, al momento, la Digos non ha trovato alcuna evidenza che possa portare all’iscrizione di indagati. «Apprendiamo che l’azione di Pietro Drammis al seggio numero 7, come emerge dalle indagini, è stata solitaria e vede quindi estranei i consiglieri comunali Salvatore Scarpino e Teresa Rivetti, che anzi sono parte lesa in questa vicenda - fanno sapere dal Pd, in una nota congiunta firmata dal segretario provincia, Andrea Costa, dal segretario cittadino, Mauro Vicini, dal capogruppo in consiglio,m Andrea Capelli, e dal vicecapogruppo, Andrea Cantergiani – A loro va quindi tutta la nostra solidarietà per essere stati coinvolti nel tourbillon mediatico di una vicenda vile e criminosa, che ha leso l’immagine e l’onorabilità dei due consiglieri comunali, e quindi di riflesso anche di tutta la lista dei candidati del Pd che ha sostenuto il sindaco Luca Vecchi». Dal Pd esprimono soddisfazione per la celerità con cui sono state condotte le indagini, rinnovando piena fiducia nell’azione della magistratura.

«Vogliamo ricordare - concludono i democratici - che il gesto scriteriato di un singolo, inutile ai fini dell'esito elettorale, ha rischiato di delegittimare la grande affermazione ottenuta dal Partito democratico in quella tornata elettorale e proprio in virtù di quest'ultima riflessione il Pd è pronto a costituirsi parte lesa». (e.spa.)