Gazzetta di Reggio

Dimessa tre volte in 12 ore poi il ricovero a Reggio

Dimessa tre volte in 12 ore poi il ricovero a Reggio

Correggio: la terza volta il nipote firma per trasferire la zia dal San Sebastiano Volano parole grosse: i carabinieri intervengono a casa e pure al pronto soccorso

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CORREGGIO. Tre dimissioni dall’ospedale di Correggio in una dozzina di ore e il conseguente ricovero al Santa Maria Nuova di Reggio. Protagonista Eva Villani, 89enne di Gazzata, frazione di San Martino in Rio, che giovedì è stata dimessa due volte dal San Sebastiano di Correggio, prima di essere portata a Reggio per accertamenti. La terza volta è stato il nipote a firmare per andarsene dal pronto soccorso correggese e per chiedere il trasporto in ambulanza (a pagamento) verso il Santa Maria Nuova, non senza aver prima litigato con il personale ospedaliero, fatto che ha determinato anche l'intervento dei carabinieri. Col senno di poi, il nipote di Eva, Vincenzo Villani, capisce che è stata la rabbia a farlo parlare; una rabbia che, spiega lsui stesso, «è comprensibile in quel momento, nata dall’impotenza di poter aiutare chi ci sta vicino». Perché anche se i medici del pronto soccorso di Correggio lo hanno più volte rassicurato dimettendo la zia, Vincenzo, quando ha visto la zia Eva star male di nuovo, svenuta non appena portata a casa, non ci ha messo molto a riportarla all'ospedale, nel pomeriggio, per chiedere le cure necessarie. Vincenzo Villani ha chiesto di tenerla in osservazione almeno una notte in via precauzionale; l’ospedale ha ritenuto non fosse necessario e l’ha dimessa di nuovo. Il nipote l’ha riportata a casa dove, poco dopo, Eva è svenuta ancora, senza rialzarsi. A quel punto il nipote ha chiamato l'automedica per chiedere nuovamente aiuto. Ed è stato qui, durante l'intervento dei sanitari in casa dei Villani, che i toni di voce si sono alzati, al punto da determinare l’arrivo dei carabinieri, chiamati dal personale sanitario.

«Ho alzato la voce perché, dopo due volte che da Correggio hanno dimesso mia zia – spiega Vincenzo Villani – non mi fidavo più a tornare lì. Per questo ho chiesto di far portare mia zia all'ospedale di Reggio». Al rifiuto del personale sanitario, il nipote ha protestato. «Ho detto loro che avrei fatto intervenire i carabinieri, perché credo che si possa ancora decidere dove ricevere le cure. Mentre li stavo chiamando, però, stessa cosa stavano facendo dall'automedica». Le forze dell'ordine non sono servite ad assecondare le richieste di Vincenzo Villani, e sua zia è stata di nuovo portata al pronto soccorso di Correggio. Il nipote è tornato lì, esausto e preoccupato, per la terza volta in un solo giorno. I toni si sono accesi di nuovo: il nipote della donna ha iniziato a criticare l'ospedale e il personale, che ha chiamato i carabinieri.

«Ammetto di aver offeso e criticato il personale e l'operato dell'ospedale, ma vi sembra possibile che una donna anziana, ferita al capo e a un occhio per una brutta caduta del mattino, nonostante l'età e mille acciacchi venga portata all’ospedale tre volte e dimessa due volte? Sì, ho alzato la voce, ma solo perché ero preoccupato e volevo che ricevesse le cure da un'altra parte. Credo fosse un nostro diritto scegliere dove andare, dopo tutto quello che ci era successo».

Alla fine, per eseguire gli accertamenti (con macchinari che l'ospedale di Correggio non possiede), Eva è stata trasportata al Santa Maria di Reggio. «Lì ora è in osservazione.Stanno verificando se la caduta ha provocato danni e se gli svenimenti di giovedì siano da ricondurre alla caduta».

Silvia Parmeggiani

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