Il Comune chiude l’hotel dei profughi
Dal 2013 non è in regola con le norme antincendio, ma la prefettura vi ha sempre sistemato i reduci degli sbarchi
REGGIO EMILIA. L’ultimo arrivo, soltanto dieci giorni fa: una ventina di profughi arrivati in gran parte dal Corno d’Africa a Reggio, nell’operazione “Mare Nostrum” che, soltanto nell’ultimo anno ha catapultato in provincia centinaia di persone, in fuga da fame e guerra. Anche gli ultimi arrivati, sono in gran parte alloggiati all’Hotel City di via Roma: lì li ha messi - come nelle altre tornate - la prefettura di Reggio che, d’intesa con i Comuni, sta gestendo ormai da anni questa spinosa partita.
Peccato che proprio sull’albergo di via Roma penda da qualche giorno una ordinanza del Comune di Reggio che vieta al titolare dell’albergo di continuare la propria attività fino a quando la struttura non sarà messa a norma. Già, perché l’albergo che finora ha ospitato la gran parte dei profughi arrivati nella nostra provincia dal Nord Africa non sarebbe in regola con la normativa anticendio.
Il guaio è che se l’ordinanza che prescrive la chiusura temporanea dell’albergo è vecchia solo di qualche giorno, la prima segnalazione dei vigili del fuoco alla prefettura circa il fatto che la struttura alberghiera di via Roma non fosse a norma, risale alla primavera dello scorso anno. Ovvero, molto prima che l’ondata di disperati invadesse in maniera così massiccia le nostre coste, generando quel piano d’emergenza che poi ha coinvolto tutte le prefetture d’Italia e quindi anche la nostra. Ma tant’è: fin dalle prime riunioni del comitato ad hoc, l’hotel City era in cima alla lista delle strutture più idonee all’accoglienza, assieme all’albergo Italia di via Bligny a Santa Croce. Ma come si arriva alla decisione del Comune - datata soltanto qualche giorno fa - di ordinare la chiusura dell’albergo?
A settembre 2013 i vigili del fuoco compiono un’altra ispezione e anche in questo caso la relazione di via Della Canalina è negativa: le prescrizioni presentate al titolare dell’albergo durante il primo blitz non sono state eseguite. E intanto l’albergo comincia a ricevere i primi gruppi consistenti di profughi. Il piano della prefettura prevede sempre l’hotel City come il principale contenitore in città degli stranieri che arrivano in città.
Ed è così tuttora: attualmente in tutta la provincia sono circa 160 i profughi ospitati in diverse strutture. I due terzi di questi sono a Reggio, divisi tra l’Hotel City e l’Albergo Italia. E ora? Con il titolare dell’albergo invitato a dare esecuzione all’ordinanza comunale, si porrà presto il problema di dove alloggiare i profughi attualmente ospitati in via Roma. Invero, da qualche mese la situazione è migliorata e rispetto alla tribolata alba dell’operazione “Mare Nostrum” quando il Comune di Reggio si trovò quasi da solo a fronteggiare l’emergenza (oltre che a Reggio, i primi profughi furono alloggiati in un altro albergo di Sant’Ilario) ora sono diversi i Comuni che hanno accettato di trovare una collocazione ai profughi. Oggi infatti ci sono profughi alloggiati in strutture a Gattatico, Correggio, Albinea, Brescello e altri comuni.
Era stato il Comune di Reggio, mesi fa, a lanciare per primo il grido d’allarme chiedendo - di fronte all’aumento esponenziale degli arrivi a Reggio - il coinvolgimento degli altri Comuni. Che alla fine hanno risposto, anche per il fatto che questa operazione è una delle poche che viene finora finanziata con una diaria di 30/40 euro al giorno per ogni persona che le prefetture pagano direttamente a chi ospita.
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