Gazzetta di Reggio

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Cantieri aperti, Reggio è penultima

di Massimo Sesena
Cantieri aperti, Reggio è penultima

L’assessore all’urbanistica: «Qui abbiamo imposto lo stop al consumo del suolo, ma crescono le ristrutturazioni»

30 settembre 2014
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REGGIO EMILIA. In otto anni, nella nostra città, le autorizzazioni a costruire sono crollate del 91,4%. A dirlo sono gli ultimi dati della Banca Mondiale all’interno del progetto Doing Business che colloca l’Italia al centododicesimo posto su 189 paesi. Ne dà notizia, sull’edizione di ieri il Sole 24 Ore e nella classifica delle città italiane, Reggio è seconda soltanto a Ferrara dove - sempre tra il 2005 e il 2013 - le autorizzazioni a costruire sono crollate del 93,1%.

Dati che non sorprendono, in Comune a Reggio. Un po’ perché la gravissima crisi in cui versa il comparto edilizio qui ha colpito davvero duro. Ma anche perché, almeno dal punto di vista della gestione urbanistica futura, questa crisi non ha colto nessuno di sorpresa. «Il dato del Sole 24 Ore - spiega l’assessore comunale all’urbanistica, Alex Pratissoli - oltre a dirci ciò che già sappiamo da tempo, ovvero che l’edilizia attraversa la crisi più grave da decenni, tiene conto esclusivamente dei permessi a costruire, ovvero delle autorizzazioni che riguardano la creazione di edilizia residenziale. Parliamo quindi di opere nuove e opere grandi. E su questo versante - prosegue - il Comune ha da tempo invertito la tendenza. Ecco un altro motivo per cui a Reggio Emilia non si costruisce più: perché si è deciso di fermare il consumo del suolo, puntando invece alla riqualificazione dell’esistente».

Un indirizzo politico chiaro, contenuto nel Piano strutturale comunale approvato dalla giunta precedente, guidata prima da Graziano Delrio e poi da Ugo Ferrari.

Un input chiaro su cui ha certamente influito anche la crisi, se è vero che le superfici concesse per edilizia residenziale sono passate dai 120mila metri quadrati del 2005 ai 16mila metri quadrati nel 2012. Un indirizzo che a Reggio sta sortendo i primi effetti, ad esempio , nel numero di interventi di edilizia libera, quello sì in controtendenza rispetto ai dati foschi della crisi. Parliamo delle ristrutturazioni edilizie, favorite anche dalla detrazione fiscale decisa dal governo.

Nel 2007, ovvero nel periodo antecedente al picco della crisi del settore, il Comune di Reggio aveva avviato circa 3.400 pratiche. Nel 2013 queste pratiche erano vicine alle 4mila unità.

«E’ evidente - sottolinea ancora l’assessore Pratissoli - che la direzione intrapresa dal Comune con il Psc che dice basta al consumo del suolo è oggi l’unica direzione possibile. E il mercato dell’edilizia deve trovare una propria riconversione nella riqualificazione dell’esistente». Son finiti i tempi delle vacche grasse, insomma, ma le possibilità, almeno a sentire il Comune, non mancano: «Certo - ammette Pratissoli - con la fine del “nuovo” e del “grosso” a causa della saturazione del mercato, è innegabile che il pil dell’edilizia sia crollato, passando da importi per milioni euro a importi per alcune decine di migliaia. Mentre, per contro, ha tratto giovamento quello dei cittadini, attraverso le detrazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie».

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